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Mao Valpiana Blog

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Archivi Mensili: gennaio 2010

IL LAVORO RENDE LIBERI?

31 domenica Gen 2010

Posted by maovalpiana in Salviamo piazza Corrubbio

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parcheggio, Salviamo piazza Corrubbio, San Zeno, Verona

COMITATO SALVIAMO PIAZZA CORRUBBIO

E’ durata poco più di mezz’ora la frase, scritta a caratteri cubitali, comparsa ieri sulla recenzione del cantiere per il parcheggio di Piazza Corrubbio: “IL LAVORO RENDE LIBERI”.
Come si sa, lo spirito del carnevale dei sanzenati è irriverente e desacralizzante. Il cantiere, osteggiato da tutti i residenti, sta mettendo in seria difficoltà gli esercizi commerciali della piazza. Alcuni commercianti, ormai alla disperazione, sono intenzionati a vendere. Acquirenti cinesi si sono già fatti avanti per l’affare.
E’ l’inizio dell’agonia della Piazza.
Così, la macabra scritta “Arbeit macht frei” che accoglieva gli internati nei campi di sterminio nazisti, diventa in italiano una presa per i fondelli del LAVORO (per il parcheggio) che RENDE LIBERI (i commercianti di non lavorare più).
A chi abbia dato fastidio questo scherzo carnevalesco non si sa. Certo è che due macchine della Digos sono prontamente intervenute per sequestrare il corpo del reato.
Irriverente la scritta; ridicolo il sequestro.
Tutto regolare, nel pieno spirito del Carnevale de San Zen…

LA LOTTA PER SALVARE PIAZZA CORRUBBIO NON SI FERMA

25 lunedì Gen 2010

Posted by maovalpiana in Salviamo piazza Corrubbio

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parcheggio, Salviamo piazza Corrubbio, San Zeno, Verona

I LAVORI CONTESTATI.
Nessuna novità sul fronte ritrovamenti archeologici e violazioni per bloccare i lavori

PIAZZA CORRUBBIO, VALPIANA NON SI ARRENDE

«L’ultima parola spetterà alla Procura. Preparatevi ad una sorpresa durante i giorni di Carnevale»

Non ci sono novità in questo inizio di 2010 sul fronte di piazza Corrubbio e questo di per sé non è una buona notizia per il Comitato e i numerosi cittadini di San Zeno che osteggiano il parcheggio.
Il 21 novembre dell’anno scorso il Comitato insieme a quasi 600 cittadini e ai consiglieri comunali del PD Fasoli e Salemi ha sfilato lungo le Rigaste fino a piazza Bra. All’epoca erano forti le speranze di qualche importante ritrovamento archeologico che potesse bloccare i lavori. Ma in questi due mesi non ci sono stati sviluppi. Anzi, la Soprintendenza ha confermato il ritrovamento soltanto di numerose tombe «alla cappuccina» risalenti all’XI secolo. Un tipo di ritrovamento molto comune e di scarso valore.
Nessun traccia nemmeno della via Gallica, un’antica strada che collegava Milano con Verona seguendo l’attuale tracciato della Statale 11. Gli scavi archeologici si concluderanno probabilmente nei prossimi due mesi. Anche la speranza di bloccare i lavori per una violazione delle norme regionali (il cosiddetto Piano area del quadrante Europa: Paqe) sembra affievolirsi. Il Paqe salvaguardia i giardini di interesse storico e architettonico e nell’elenco dei giardini tutelati figura anche quello di piazza Corrubbio. Ma una variante al Paqe, fatta approvare dalla giunta Zanotto nel 2005, esclude di fatto i giardini della piazza dall’elenco.
In ogni caso la Procura ha aperto un fascicolo lo scorso novembre per indagare su eventuali violazioni.
Nonostante queste notizie apparentemente sconfortanti il portavoce del Comitato contro il parcheggio Mao Valpiana, ex consigliere comunale dei Verdi, si dice ottimista. Sugli scavi archeologici ci dice che «nessuno può dire cosa potrà venire fuori». Aggiunge poi «tutti possono sbagliare. La Soprintendenza sostiene che sono semplici tombe alla cappuccina. Noi diciamo che sì, sono alla cappuccina, ma sono di protocristiani veronesi». Tombe quindi, secondo i responsabili del Comitato, molto più antiche ed importanti di quanto stimato dagli archeologi.
Anche sulla variante al Paqe Valpiana non è d’accordo. «La giunta Zanotto», ci dice, «ha svincolato gli alberi e le aiuole, ma non la piazza nel suo insieme, che quindi non può essere oggetto di lavori». Andando a leggere il testo sembra che le cose non stiano proprio così. Il piano, infatti, si propone di tutelare «parchi e giardini di interesse storico ed architettonico» e non già le piazze o le aiuole delle piazze. In ogni caso l’ultima parola in merito, spetterà alla Procura. Ma Valpiana non si arrende: «Preparatevi ad una sorpresa per i giorni del Carnevale». D.D.L.

Pubblicato su L’Arena del 24 gennaio 2010

L’orrore della Shoah non ha insegnato nulla

24 domenica Gen 2010

Posted by maovalpiana in Israele Palestina

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GINO SPIAZZI, EX DEPORTATO

L’orrore della Shoah, capitolo di storia che
non ha insegnato nulla

pubblicato su L’Arena del 24 gennaio 2010

L’arresto nel settembre del 1944, l’interrogatorio, i lavori forzati al Forte San Leonardo, la partenza per il campo di smistamento di Bolzano, i dieci giorni di viaggio stipato in un vagone con altri settanta deportati.
E infine l’arrivo al campo di sterminio di Flossenburg, in Germania, nel nord-ovest della Baviera. Fino all’epilogo con l’evacuazione: «Scappa che il campo brucia» gli urlò qualcuno. «Mi misi a correre, mi nascosi in acqua dove rimasi per ore. Mi salvai, sono qui a raccontarlo 65 anni dopo, ma il dolore di quei mesi al campo non si dimentica».
Gino Spiazzi, presidente della sezione veronese dell’Associazione ex deportati nei campi di sterminio nazisti, parla del mondo fuori dal mondo.
Non potete capire perché non vi hanno insegnato nulla. Nel nostro strano paese, falso e bigotto, quel capitolo di storia è stato liquidato troppo in fretta. Il mio numero è 43805. L’unica cosa certa del campo di sterminio è il giorno in cui sei entrato. Il resto è un susseguirsi di fatti che vanno ben oltre la comprensione umana e ricordarli è doloroso. Ho visto morire centinaia di persone, trucidate, gasate, cremate.
Cosa le hanno fatto appena arrivato al campo?
Scendi dal vagone del treno e la prima cosa che subisci è la svestizione. Scientifica, metodica, rigorosa. Le scarpe da una parte, i pantaloni dall’altra, la maglia in un’altra ancora e se sbagli te la fanno pagare perché rallenti la macchina, inceppi il sistema. Il tutto senza parole perché l’SS non parla ma abbaia, feroce come i cani lupo che si porta al guinzaglio.
Quali erano le punizioni?
Sento ancora il suono delle venticinque nerbate sui reni che ti fanno sputare sangue allo sfinimento. O nel falso dei piedi, un massacro che ti impedisce di reggerti sulle gambe; e camminare significava vivere. L’SS non si sporca le mani, a picchiare sono i kapò, criminali di basso rango. In campo si parla un’altra lingua fatta di parole russe, tedesche, francesi.
Come erano le giornate?
Il tempo non ha più senso. Passavi ore fuori dalla baracca alla pioggia, al gelo, meno venti gradi sotto zero. Ore perse alla conta, nella piazza dell’appello. E dove ci sono tremila, cinquemila persone i conti non tornano mai. Apposta. E allora rimani in piedi vestito di nulla, senza scarpe, per un tempo che non sai contare, con il vicino che ti dice “sorreggimi perché sto morendo”.
A cosa ci si aggrappava per sopravvivere?
Chi aveva la fortuna di credere pregava, gli altri… Impari che la morte ce l’hai di fronte, sai che devi stare in piedi perché se no arriva il colpo alla nuca e non ci sei più. Stop. Stare in piedi. Questa è la tua regola.
Di cosa vivevate?
Di lavoro, tredici, quattordici ore al giorno. E niente cibo. Una ciotola con dentro una sbobba insipida, acqua e rape. Una fetta di pane nero, segale mischiata con segatura di pioppo e un cubetto di margarina, che chissà con che cos’era fatta.
Qual è la cosa più difficile da ricordare?
La marcia della morte. Di fronte all’avanzata sovietica da una parte e americana dall’altra, i tedeschi hanno evacuato il campo. In tre giorni ne hanno liquidati 4mila. Storicamente detto, non sono chiacchiere. Dovevi camminare per ore, la destinazione era un altro campo di concentramento, ma dopo mesi di prigionia non ci si reggeva in piedi, i più erano impossibilitati a muoversi. Chi cadeva non si rialzava e tu dovevi proseguire senza guardare. Quanti ne ho visti morire.
Si avvicina il giorno della memoria, che cosa deve ancora essere detto?
Ce ne sarebbero di domande che aspettano ancora una risposta. Io faccio quello che posso, ma ora spetta ad altri prendere in mano il testimone e alle promesse devono seguire i fatti.

Giorno della Memoria

23 sabato Gen 2010

Posted by maovalpiana in Ricorrenze

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E’ una ricorrenza istituita con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 dal Parlamento italiano che in tal modo ha aderito alla proposta internazionale di dichiarare il 27 gennaio come giornata in commemorazione delle vittime del nazionalsocialismo (nazismo) e del fascismo, dell’Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.

Art. 1

« La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. »

Paul Mc Cartney a Verona!

18 lunedì Gen 2010

Posted by maovalpiana in Beatles

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Tag

Beatles, Verona

Un Beatle all’Arena di Verona:
due sere con Paul McCartney 

Le date possibili: tra il 17 e il 19 settembre.

Paul McCartney ha declinato l’invito di esibirsi a San Siro
Un Beatle all’Arena di Verona per due sere di rock e pop d’alta classe. Sir Paul McCartney sembra sempre più intenzionato a suonare con la sua band per due sere all’anfiteatro veronese, tra il 17 e il 19 settembre. Sir Paul ha infatti declinato l’invito a esibirsi allo stadio di San Siro a Milano (troppo bassa la soglia di 78 decibel determinata dalla Asl milanese) e ora sta valutando l’opzione-Arena. È lo stesso storico promoter di “Macca”, D’Alessandro & Galli, a confermare l’interesse del Beatle per l’Arena, con la possibilità di una terza data del tour mondiale 2010 in piazza Plebiscito a Napoli.
«Non credete ad altre voci: siamo solo noi a lavorare per portare a Verona, per due date, McCartney», ci spiega Mimmo D’Alessandro. «Lavoriamo con l’ex Beatle e la sua agenzia, la MPL, dal 1989 e ne abbiamo l’esclusiva. Lo scorso dicembre siamo volati a Dublino, dove ha tenuto il suo penultimo show del 2009, per incontrare Paul e discutere delle date italiane». Il musicista inglese in quel periodo era impegnato nel Good evening Europe tour, iniziato il 2 dicembre e terminato il 22 dello stesso mese.
«Dopo l’ipotesi tramontata dello stadio di San Siro, abbiamo risentito McCartney», ha spiegato ancora il titolare della D’Alessandro &Galli. «E lui ha espresso il suo parere favorevole nei confronti dell’Arena di Verona. Anzi, le cose sono andate esattamente così: noi abbiamo proposto al suo management l’anfiteatro e Paul ha detto subito che gli sarebbe piaciuto suonare in un posto del genere. In questi giorni stiamo lavorando a fare in modo che quest’idea si concretizzi. E le probabilità sono molto alte. Ottenuto il sì, faremo domanda al comune di Verona e staremo a vedere».
«Se McCartney verrà in Italia a settembre», assicura poi D’Alessandro, «verrà certamente all’Arena, per due concerti. La terza data potrebbe essere a Napoli, ma non allo stadio San Paolo, come qualcuno aveva erroneamente comunicato. Stiamo pensando a un’altra location, come piazza Plebiscito».


 

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