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Archivi Mensili: dicembre 2010

Piazza Corrubbio, un anno dopo…

29 mercoledì Dic 2010

Posted by maovalpiana in Salviamo piazza Corrubbio

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parcheggio, Salviamo piazza Corrubbio, San Zeno, Tosi, Verona

Il Comitato Salviamo Piazza Corrubbio, in occasione della fine dell’anno, fa il bilancio di quanto accaduto nel 2010, e presenta i propositi per il 2011.

I lavori per la costruzione del parcheggio interrato “San Zeno”, affidato alla Ditta Rettondini, sono iniziati ufficialmente il 25 ottobre 2010. Come da contratto l’opera dovrà essere ultimata entro il 25 ottobre 2012 e sarà affidato in gestione alla Ditta per 34 anni. Piazza Corrubbio non esisterà più, trasformata definitivamente nel tetto di un garage sotterraneo. Cosa ci sarà sopra quel tetto non è ancora dato di sapere. L’Assessore Corsi ha diffuso fotomontaggi bucolici con aiuole piante, ma non è ancora stabilito se la piazza sarà pedonale o attraversata di una strada carrabile, quale sarà la mobilità della zona circostante, dove passeranno le automobili o gli autobus che da corso Milano saranno dirette verso Castelvecchio o Ponte Risorgimento. Tutto è ancora incerto e nebuloso.

Nel frattempo i lavori di scavo non sono ancora iniziati, essendo tuttora in corso gli spostamenti dei sottoservizi. Il ritardo sul cronoprogramma ufficiale è clamoroso e supera i due anni: sbancamento e fondazioni avrebbero dovuto essere realizzate entro giugno 2010, le strutture e il solaio entro gennaio 2011.

Da quando è stato aperto il cantiere, 8 settembre 2009, i ritardi si sono accumulati grazie a tre fattori decisivi:

  1. l’opposizione al progetto dei sanzenati, dei commercianti, della maggioranza dei veronesi e le azioni del Comitato Salviamo Piazza Corrubbio;
  2. Il ritrovamento di moltissimi reperti archeologici (tombe e absidi) che attendono ancora una valutazione e una classificazione da parte della Soprintendenza. Noi riteniamo, con il conforto del parere di archeologi, che ci troviamo di fronte alla principale necropoli veronese, origine del cristianesimo in città. Riteniamo incomprensibile l’atteggiamento della Soprintendenza ed il silenzio della Curia. Chiediamo un giudizio “super partes” da parte di organi superiori (una commissione ministeriale);
  3. Le contraddizioni dell’Amministrazione comunale che a parole dice di essere contraria al parcheggio, ma nei fatti ne ha favorito la realizzazione, e la conseguente incertezza ed imbarazzo della Ditta che sta investendo molti capitali in un’opera di cui ancora non ha la certezza di poter concludere.

Sul parcheggio di Piazza Corrubbio regna la più totale confusione. Le forze politiche di maggioranza sono spaccate (il Pdl ha proposto di spostare il progetto sotto i valli dei Bastioni, mentre la Lega agita lo spauracchio delle penali da pagare alla Ditta); la Circoscrizione e il Comune non hanno mai avviato un tavolo comune di lavoro sul futuro delle piazza; i cittadini non sono stati informati adeguatamente, ed i commercianti sono stati lasciati soli (molti esercenti hanno chiuso o svenduto la licenza); una parte del Pd ha riconosciuto gli errori fatti e ha sostenuto l’impegno contro il parcheggio e per la riqualificazione della Piazza.

Tutto questo è il frutto di una cattiva amministrazione della cosa pubblica.

Il parcheggio non è necessario. Nessuno studio sui flussi di traffico e sulle reali necessità di parcheggi nella zona è stato commissionato dal Comune e reso pubblico. La Giunta Tosi continua a nascondersi dietro alla scusa “noi l’abbiamo ereditato, la colpa è di Zanotto”. Noi del Comitato abbiamo ampiamente dimostrato che si poteva trattare una diversa soluzione con la Ditta, ed abbiamo ripetutamente invitato l’Assessore ad un pubblico confronto, che è sempre stato rifiutato.

L’impegno del Comitato contro il parcheggio non si è mai sopito:

– le azioni nonviolente di sensibilizzazione e coinvolgimento della popolazione sono note in tutta la città (alberi vestiti, poesie sugli alberi, i volti dipinti alle finestre, le feste in musica, le assemblee informative, la Marcia dei mille, la serrata, la mozione in Consiglio Comunale, ecc.) e proseguiranno nei prossimi mesi;

– il nostro esposto alla Magistratura (violazioni e irregolarità urbanistiche e amministrative) depositato nel novembre 2009 non è stato archiviato;

– abbiamo affidato uno studio scientifico sull’aumento dell’inquinamento e dei tumori nell’ipotesi del parcheggio in funzione per un certo numero di anni;

– abbiamo proposto al Comune e alla Fondazione Cariverona una soluzione economica per restituire la piazza alla città (la Fondazione ha risposto, il Comune no).

La determinazione per fermare il parcheggio non è una battaglia contro i mulini a vento. Fermare quel parcheggio e salvare Piazza Corrubbio significherebbe:

  • l’avvio di una nuova politica urbanistica partecipata in città; le scelte le devono fare i cittadini e la politica non deve cedere ai privati pezzi di territorio che sono di tutti;
  • non accettare la dittatura delle automobili, che devono essere lasciate fuori dal centro storico per favorire invece i mezzi di trasporto pubblico;
  • non svendere la storia di un quartiere come San Zeno per un malinteso progresso;
  • riaffermare che gli errori della pubblica amministrazione non devono essere fatti pagare ai cittadini;
  • restituire ai giovani la speranza che con l’impegno e la partecipazione le cose possono cambiare e la città si può migliorare.

Comitato Salviamo Piazza Corrubbio

Verona, 29 dicembre 2010



Deserto Corrubbio

Happy Xmas (War Is Over)

24 venerdì Dic 2010

Posted by maovalpiana in Beatles

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Beatles, John Lennon

“Buon Natale (la guerra è finita)” è una canzone scritta da John Lennon nel 1971. Nell’esecuzione è accompagnato dai bambini dell’Harlem Community Choir.

E così è arrivato il Natale,
e tu cosa hai fatto?
Un altro anno se n’è andato
e uno nuovo è appena iniziato.

E così è Natale,
auguro a tutti di essere felici
alle persone vicine e a quelle care
ai vecchi ed ai giovani.

Buon Natale
e felice anno nuovo.
Speriamo sia un buon anno
senza timori né paure.

E così è Natale,
per i deboli ed i forti,
per i ricchi ed i poveri,
il mondo è così sbagliato.

E così è Natale,
per i neri ed i bianchi,
per i gialli ed i rossi,
smettiamola di combattere.

Buon Natale
e felice anno nuovo.
Speriamo sia un buon anno
senza timori né paure.

E così è Natale,
con tutto quello che è successo.
Un altro anno se n’è andato
e uno nuovo è appena iniziato.

E così è Natale,
auguro a tutti di essere felici
alle persone vicine e a quelle care
ai vecchi ed ai giovani.

Buon Natale
e felice anno nuovo.
Speriamo sia un buon anno
senza timori né paure.

La guerra è finita
Se tu lo vuoi
La guerra è finita
La guerra è finita, adesso. 

100. La nonviolenza degli studenti romani

22 mercoledì Dic 2010

Posted by maovalpiana in Nonviolenza

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Aldo Capitini, nonviolenza

I giovani liceali e universitari che oggi hanno manifestato a Roma per
contrastare la cosiddetta “riforma Gelmini”, hanno offerto una bella
lezione di pratiche nonviolente. Bravi davvero.
La zona rossa del centro cittadino, il salotto buono di Roma, era
presidiata dalla polizia, blindato e deserto, mentre loro sono andati a
sfilare nelle periferie, lungo le tangenziali, lontani dai luoghi del
potere, e hanno ricevuto gli applausi dei passanti (chissà se sono
consapevoli di aver dato corpo alla visione capitiniana: “perché da una
periferia onesta, pulita, nonviolenta, avverrà la resurrezione del
mondo”).

Le forze dell’ordine erano in assetto antisommossa, con caschi e
manganelli, mentre gli studenti manifestavano a mani nude e imbiancate,
visi sorridenti e scoperti, e hanno portato doni e fiori da offrire ai
cittadini (e mi piace pensare che anche in questo abbiano voluto rifarsi a
Capitini: “un tempo aperto per vivere la festa che è la celebrazione della
compresenza di tutti alla nostra vita, al nostro animo”).

Una gioiosa diciottenne, con il simbolo della pace dipinto sul volto, ha
dato la risposta più bella ai giornalisti: “Cosa chiedete al Governo?”,
“al Governo non chiediamo niente, solo che se ne vada”. C’è molta saggezza
in questa idea, la nonviolenza non aspetta la conquista dei palazzi del
potere, ma esercita la sua influenza anche senza stare al governo. Non
penso che questa giovanissima abbia letto “Il potere di tutti” di
Capitini, ma so che ne ha colto il senso profondo: “Ognuno deve imparare
che ha in mano una parte di potere, e sta a lui usarla bene, nel vantaggio
di tutti; deve imparare che non c’è bisogno di ammanettare nessuno, ma che
cooperando o non cooperando, egli ha in mano l’arma del consenso e del
dissenso. E questo potere lo ha ognuno, anche i lontani, le donne, i
giovanissimi, i deboli, purché siano coraggiosi e si muovano cercando e
facendo”.

Il Presidente della Repubblica ha fatto sapere della sua disponibilità a
ricevere una delegazione degli studenti. Un’apertura indubbiamente
positiva. Un giovane ha raccolto e rilanciato: “invitiamo il Presidente
alla nostra assemblea alla Sapienza”. L’eco del pensiero nonviolento è per
me assolutamente evidente: noi, scrive Capitini, amiamo l’assemblea come
una parte visibile della compresenza. Per Capitini l’assemblea è quella
che più di ogni altra cosa somiglia alla realtà di tutti: “Essa ha,
perciò, qualcosa di sacro, di commovente, è una molteplicità che porta in
sé l’unità, e perciò è il primum, la presenza del potere. Sull’assemblea
passa il soffio della compresenza, quella convocata dal Discorso della
montagna, l’assemblea degli esclusi, degli innocenti, dei nonviolenti”.
Oggi i giovani liceali e universitari romani hanno scritto una pagina
magistrale, che può aprire un capitolo nuovo e certamente offre motivi di
speranza per il loro futuro.

Nei giorni scorsi qualcuno aveva scritto dell’inefficacia della
nonviolenza. Risposta migliore non poteva esserci. Gli scontri con la
polizia avvenuti in qualche altra città, appaiono ora in tutta la loro
grottesca insensatezza. L’immagine del giovane rabbioso che impugna la
spranga per rompere i finestrini della camionetta della polizia, sbiadisce
e lascia il posto ad una ragazzina sorridente, con in mano un fiore e
sullo sfondo lo striscione “la vostra cultura è la forza, la nostra forza
è la cultura”. Le vie della nonviolenza sono infinite.

mao valpiana

Dove sono finiti tutti gli eroi? Poesia di Joan Baez per John Lennon

09 giovedì Dic 2010

Posted by maovalpiana in Beatles

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John Lennon

LA BAND DI SGT. PEPPER

di Joan Baez

Non ho mai saputo quanto significavi per me
Perchè ho acceso una candela il giorno della tua  morte
di fronte ad una foto di te che cammini a Central Park  con la donna di ferro al tuo fianco
Quella candela ha bruciato per venti giorni
Quasi tutti i miei migliori amici sono venuti a condividere il dolore
e a parlare dei bei  tempi passati  prima ancora che nascessimo
Ora mi sembra di capire  che sia stata la band di Sgt Pepper
a cantare gli anni 60  Dove son finiti tutti gli eroi?
Lucy in the sky con i ragazzi di Liverpool,
Manda giù un acido, incontra la Regina,
Uscendo da entrambi gli occhi del ciclone
Tu cantavi la tua musica dolce e pulita.
Può darsi tu non voglia questa mia poesia,
Io di sicuro non voglio la tua fama,
ma tu sei sorto all’alba della mia prima storia  e devo renderti omaggio comunque
Ora mi sembra di capire  che sia stata la band di Sgt Pepper  a cantare gli anni 60
Dove sono finiti tutti gli eroi?  Dove sono andati?  Dove?
Dove sono finiti tutti gli eroi? Dove sono finiti tutti gli eroi?
E’ stata la notte di un giorno duro come un diamante
Dicono che c’erano tutti
Devo averti sentito dalle braccia di mia madre
Devo aver pensato che a qualcuno dispiaceva
vivo in un tempo di maniaci cosmici
Uno di loro ti ha sparato una pallottola nel fianco
New York City,1980,  il  giorno in cui sono morti gli anni ’60
Ora mi sembra di capire
che sia stata la band di Sgt Pepper
a cantare gli anni 60
Dove sono finiti tutti gli eroi?  Dove sono andati?  Dove?
Dove sono finiti tutti gli eroi?  Dove sono finiti tutti gli eroi?

L’ambasciatore di Nutopia

07 martedì Dic 2010

Posted by maovalpiana in Beatles, Ricorrenze

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John Lennon

La storia non si fa con i se. Lo sanno tutti. Ma io oggi un se ce lo
voglio mettere. Cosa sarebbe accaduto se quella maledetta sera davanti al
Dakota Building l’assassino non avesse sparato i suoi cinque colpi
mortali. Se l’eroe di Piazza Tien An Men avesse avuto una canzone
dedicata, se il muro  di Berlino fosse stato abbattuto con un concerto, se
le bare dei soldati americani di ritorno dall’Afghanistan fossero accolte
da una nuova colonna sonora. Possiamo anche immaginare un evento
straordinario con in Fab4 riuniti per la causa tibetana, o una performance
artistica a Bagdad.
Forse oggi la pace avrebbe una possibilità in più se lo spirito di Nutopia
non fosse stato soffocato.

***

John Lennon dopo l’unione con Yoko Ono e la separazione dai Beatles si
trasferisce a New York, città che ama moltissimo, nella quale si trova a
proprio agio “per il modo di vivere e di pensare”. Negli Stati Uniti John
ha molti amici, e viene subito introdotto negli ambienti intellettuali e
radicali americani. Partecipa anche alla vita politica del paese,
coinvolgendosi in manifestazioni, concerti, iniziative pubbliche. Il
governo non gradisce quella presenza, troppo visibile, troppo chiassosa,
troppo scomoda. La CIA inizia a raccogliere un dossier su Lennon, per
raccogliere le prove e  documentare un presunto antiamericanismo dell’ex
beatle. Lennon fa dichiarazioni contro la guerra del Viet Nam, contro
l’industria bellica, le spese militari, la politica imperialista,
partecipa attivamente al movimento per la pace, anche con sostanziosi
finanziamenti. Compone Power to the people che diventa patrimonio del
movimento. Per fare gli auguri di Natale fa riempire le città americane e
le principali capitali del mondo con giganteschi manifesti con la scritta
“War is over” (“la guerra è finita – se tu lo vuoi”, firmati “con amore,
John e Yoko, da NY”).

***

A tutti i capi di Stato invia una ghianda, dicendo loro di sotterrarla e
guardare la crescita della quercia, così  l’idea della pace gli sarebbe
entrata in testa e non avrebbero avuto il tempo per dichiarare una guerra.
Insieme a Yoko compra intere pagine dei giornali americani per pubblicare
i loro pensieri pacifisti.
Quando le autorità gli negano il visto per il permesso di soggiorno, fra
Mister Lennon e il governo USA, inizia una lunga battaglia legale. Nixon
stesso dà l’ordine di allontanarlo: è un “indesiderato”. Durante la
campagna elettorale, in ogni angolo d’America dove c’è un’iniziativa
elettorale con Nixon, lì John organizza un concerto rock di protesta
contro la guerra che attira  migliaia di giovani invitati a disertare la
manifestazione del partito repubblicano.

***

Lennon è l’unico baronetto del regno britannico a restituire il titolo
alla Regina per protestare contro il coinvolgimento dell’Inghilterra nel
commercio mondiale delle armi. Il viaggio di nozze con Yoko diventa
un’occasione per promuovere la pace nel mondo, inventando il “bed in”: una
settimana in un letto d’albergo, la numero 702 dell’Hilton di Amsterdam,
lui e Yoko, a rilasciare interviste a giornali di tutto il mondo sul tema
della pace e contro le guerre. L’evento ha successo, e viene ripetuto
nella suite 1742 del Fairmont Queen Elizabeth Hotel di Montréal, dove
viene composta la canzone Give Peace a Chance.

***

Un giorno John Lennon convoca una conferenza stampa e si dichiara
ufficialmente ambasciatore di Nutopia, un “paese concettuale” senza
confini, senza passaporti, senza religioni. La bandiera di Nutopia è un
fazzoletto bianco, e l’inno internazionale è inciso nell’album Mind Games:
una traccia muta con 5 secondi di silenzio. John prende molto sul serio
l’impegno per Nutopia. Per diventare cittadini di Nutopia bisogna aderire
alla sua Costituzione, che è il testo della canzone Imagine (Immagina che
non esistano frontiere, niente per cui uccidere o morire). Tutti i
cittadini di Nutopia sono suoi ambasciatori nel mondo. L’ambasciata di
Nutopia è al numero 1 di White Street a New York, e John chiede
all’Assemblea generale delle Nazioni Unite di riconoscere il paese di
Nutopia. C’è anche la data di fondazione per Nutopia, il primo aprile del
1973.

***

È morto l’ 8 dicembre di trent’anni fa, ammazzato con cinque colpi di
pistola. Un fan squilibrato, si è detto. L’inchiesta venne chiusa troppo
in fretta, ma molti di noi pensano che dietro all’assassinio ci sia stato
un complotto dei servizi segreti per eliminare un leader troppo scomodo.
Al suo funerale c’era una folla incontenibile, avvolta nella sensazione
che il sogno era davvero finito. Lo sparo di un “folle” e un funerale
imponente: proprio com’era accaduto per il mahatma Gandhi e per Martin
Luther King.

***

Lennon è stato un buon amico della nonviolenza: “Per me vale ancora quello
che ho scritto in Revolution, quelle parole esprimono bene ciò che provo
tutt’ora nei confronti della politica. Non contate su di me se di mezzo
c’è la violenza. Non aspettatevi che salga sulle barricate se non con un
fiore. Se vuoi la pace non la otterrai mai con la violenza. L’unico
sistema per assicurare una pace durevole è cambiare la nostra mentalità:
non c’è altro metodo. I fini non giustificano i mezzi. La gente ha già il
potere; tutto quello che noi dobbiamo fare è prenderne coscienza. Alla
fine accadrà, deve accadere. Potrebbe essere adesso o fra cento anni, ma
accadrà”.

***

Quello che resta oggi è soprattutto nella sua immagine, nel suo volto con
lo sguardo ironico e malinconico, dal quale scaturiscono musica, parole ed
energia dispensate a tante generazioni.

John Lennon, ambasciatore di Nutopia

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