Nel libro di Aldo Capitini “Le tecniche della nonviolenza” (Edizioni Feltrinelli del maggio 1967), al capitolo settimo “Tecniche collettive”, si legge al punto 9. di pagina 122:
“La tecnica del pedinamento ossessivo (haunting) consiste nel seguire incessantemente i funzionari e nel ricordar loro l’immoralità del loro comportamento: alcuni volontari li seguono incessantemente ovunque vadano. In India durante le lotte condotte da Gandhi vi furono alcuni arresti, ma i volontari furono subito sostituiti da altri che continuarono a “ossessionare” le autorità finchè queste non erano esauste”.
Vi viene in mente un “funzionario” pubblico cui sarebbe necessario ricordare l’immoralità del suo comportamento?
Ebbene, Gandhi e Capitini ci autorizzano ad “ossessionarlo”. Certo, correre da un festino all’altro, da Arcore a palazzo Grazioli, da Villa Certosa alla dacia di Putin, dalla villa di Antigua a palazzo Chigi risulterebbe molto faticoso per i volontari militanti nonviolenti, ma alla fine forse si riuscirebbe a convicerlo a dimettersi.
La tenacia della nonviolenza è più forte della protervia di un miserabile.
preparazione di un pedinamento ossessivo nonviolento