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Archivi Mensili: settembre 2011

La Marcia Perugia – Assisi: intervista a Mao Valpiana

27 martedì Set 2011

Posted by maovalpiana in Nonviolenza

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Movimento Nonviolento, nonviolenza, Perugia-Assisi

Durante la Marcia della pace Perugia-Assisi del 25 settembre, Radio Radicale ha intervistato in diretta Mao Valpiana, Presidente del Movimento Nonviolento.
Ascolta qui.

http://www.radioradicale.it/scheda/336215/la-marcia-perugia-assisi-intervista-a-mao-valpiana

durata 16′ 28″
http://maovalpiana.it/doc/Pg-As_int_Mao.mp3
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Il materiale contenuto in questa scheda è rilasciato con licenza Creative Commons Attribution 2.5 Italy

chi era Aldo Capitini?

23 venerdì Set 2011

Posted by maovalpiana in Nonviolenza

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Aldo Capitini, Movimento Nonviolento, nonviolenza, uomo mucca

Il presidente del Movimento nonviolento, Mao Valpiana, ricorda la figura di Aldo Capitini a 50 anni dalla prima Marcia Perugia-Assisi

50 anni di Marcia Perugia-Assisi 50 buone ragioni per partecipare

22 giovedì Set 2011

Posted by maovalpiana in Nonviolenza

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Aldo Capitini, marcia per la pace 2011, nonviolenza, Perugia-Assisi

1
E’ impegnativo partecipare alla Marcia Perugia-Assisi. Non per i venticinque chilometri da percorrere, che sono niente al confronto con le distanze affrontate da chi fugge dalla guerra e cerca salvezza, ma per l’assunzione di responsabilità che ciò comporta. Significa mettersi in cammino “per la pace e la fratellanza dei popoli”. E’ l’impegno di una vita.

2
Se si e’ da soli si cammina, o si corre. Solo se lo si fa con altri si può marciare. Bisogna prepararsi bene per marciare insieme; e’ necessario avere la stessa meta, obiettivi comuni, e spirito di condivisione. Farlo per la pace e la fratellanza dei popoli, significa marciare per il futuro dell’umanità.

3
La Marcia Perugia-Assisi, diceva Aldo Capitini, è un’assemblea itinerante. Prima di partecipare ad un’assemblea ci si prepara adeguatamente, studiandone bene la lettera di convocazione e l’ordine del giorno. Ogni marciatore che vuole partecipare alla Marcia in piena consapevolezza dovrebbe quindi leggere il documento del Movimento Nonviolento “Mozione del popolo della pace: ripudiare la guerra, non la Costituzione”.

4
Nello zainetto che ogni partecipante prepara per marciare lungo il percorso della Perugia-Assisi ci metterei, insieme ad un panino ed una bottiglietta d’acqua, il Quaderno di Azione nonviolenta con lo scritto di Aldo Capitini “Teoria della nonviolenza”, e poi inviterei tutti i marciatori ad imparare a memoria il primo punto della Carta programmatica del Movimento Nonviolento: “opposizione integrale alla guerra”.

5
Muoiono nel Mediterraneo i migranti. I loro corpi vengono gettati nel mare, senza degna sepoltura. Sono vittime innocenti della guerra e del razzismo. Quando marceremo da Perugia ad Assisi “per la pace e la fratellanza dei popoli” sentiremo la loro compresenza. Sarà la testimonianza più vera e più dura che la guerra è un crimine contro l’umanità.

6
Tutti sono invitati a partecipare alla Marcia Perugia-Assisi. La Marcia è di tutti e per tutti. Nel cammino ideato da Aldo Capitini il plurale di “tu” è “tutti”. Saremo tutti uniti a marciare contro la guerra. Tutti in cammino verso l’orizzonte della nonviolenza, che è il varco attuale della storia.

7
Marciare per la pace, significa marciare contro la guerra.
Marciare contro la guerra, significa marciare per abolire gli eserciti.
Marciare per abolire gli eserciti, significa marciare contro le spese militari.
Marciare contro le spese militari, significa marciare per il disarmo.
Marciare per il disarmo, significa iniziare a disarmare se stessi.
Se vuoi marciare per la pace, prepara il tuo disarmo unilaterale.

8
Perugia, simbolo della laicità. Assisi, simbolo della religiosità. Il cammino da Perugia ad Assisi unisce laici e religiosi. Li unisce nella ricerca comune della nonviolenza, così come la nonviolenza unisce oriente ed occidente. Storie e culture diverse si incontrano e si mescolano nella strada che dai Giardini del Frontone porta alla Rocca di Assisi. E’ accaduto nel 1961, accadrà nuovamente nel 2011.

9
La Marcia Perugia-Assisi non è una semplice manifestazione. Non è un qualsiasi corteo. Non è una protesta. Non è una ricerca di “visibilità”. Non la si fa per “bucare il video”. Non è un fatto “mediatico”. Non è una tradizione, non è una ritualità. La Marcia Perugia-Assisi è un’assemblea itinerante, è il popolo della pace che si convoca e si mette in cammino, è un’azione nonviolenta che si rinnova ed ha un valore in sè.

10
Approfondire la conoscenza del pensiero, delle iniziative e della figura di Aldo Capitini, è il modo migliore per prepararsi alla Marcia Perugia-Assisi. Ad un giovane che volesse farlo, consiglierei di iniziare con la lettura di un bel testo autobiografico di Capitini: “Attraverso due terzi di secolo”.

11
Il cammino non è solo un susseguirsi di passi. E’ anche un orizzonte, un panorama che cambia ad ogni curva, terra sotto i piedi e cielo sopra la testa. Quando Capitini ideò il percorso da Perugia ad Assisi prestò molta attenzione al paesaggio umbro, lo stesso che vedevano gli occhi di Francesco, il santo della nonviolenza, nel suo peregrinare. Per questo ci accosteremo umilmente, con rispetto e con “sacralità” al tragitto della marcia Perugia-Assisi.

12
La marcia Perugia-Assisi del 1961 fu anche una festa, una celebrazione, una liturgia. Tra i partecipanti c’erano familiarità e tensione ideale. I contadini e gli operai indossarono “il vestito della festa”, con la giacca ad il cappello. Mogli e madri portavano ancora il lutto per il marito o il figlio persi nella guerra terminata da solo sedici anni. Cinquant’anni dopo dobbiamo prepararci a marciare con la stessa compostezza di quegli uomini e quelle donne che ci hanno preceduto sulle strade della Perugia-Assisi.

13
La marcia Perugia-Assisi, ideata da Aldo Capitini, si inserisce nella tradizione delle marce nonviolente, a partire dalla “marcia del sale” promossa da Gandhi al culmine della campagna di disobbedienza civile per la liberazione dell’India. Sarebbe bello, e giusto, che ogni partecipante alla marcia del 25 settembre 2011 dedicasse un pensiero, durante il cammino, al Mahatma Gandhi.

14
Molte persone, pur desiderandolo, non potranno partecipare alla marcia Perugia-Assisi, perchè malate, perchè anziane, perchè detenute, perchè indigenti, perchè dedite a compiti non rinviabili. Marceremo anche per loro.

15
Dalla marcia Perugia-Assisi si leverà una richiesta corale, rivolta al governo e al Parlamento: non tagliate i salari ma le spese militari. Porre al primo punto dell’agenda politica la riduzione del bilancio del Ministero della Difesa, sarà uno dei compiti della marcia.

16
Tra le dissennate misure “anti crisi” varate dal governo, vi è la soppressione delle festività civili “non concordatarie” e il loro spostamento alla domenica più vicina. Ciò significa cancellare le feste
del 25 aprile, del primo maggio e del 2 giugno. La marcia Perugia-Assisi dovrà schierarsi a difesa della memoria e rivendicare le tre feste laiche fondamentali: quella antifascista, quella dei lavoratori e quella repubblicana.

17
Il popolo della pace si metterà in cammino, sulle orme di Aldo Capitini. Ci saranno anche bambine e bambini, e pure gli animali accompagneranno questo popolo. La “liberazione” nonviolenta, nel pensiero capitiniano, riguarda adulti e fanciulli, ed ogni essere vivente. Tutti marceranno insieme.

18
Il Presidente della Repubblica è il garante della Costituzione. Quando ha approvato la guerra in Libia, quando ha giustificato l’intervento militare in Afghanistan, quando ha promulgato leggi che prevedono spese belliche, ha tradito il proprio ruolo. L’articolo 11 della Costituzione italiana ripudia la guerra e il Presidente deve vigilare che così sia. Se il Presidente della Repubblica, come già in passato è avvenuto, intende mandare un messaggio ai marciatori della Perugia-Assisi, ne tenga conto.

19
Ogni singola persona che deciderà di partecipare alla marcia Perugia-Assisi, sarà un’aggiunta preziosa. La marcia è un patrimonio collettivo, costituito dai marciatori tutti, che ne sono i responsabili. Ogni singolo cartello, ogni striscione, ogni slogan, ha un’importanza decisiva, perchè andrà a costruire il messaggio complessivo che la marcia offrirà alla pubblica opinione. Per questo tutto deve essere orientato ad un rigoroso spirito nonviolento, come voleva Aldo Capitini.

20
La marcia Perugia-Assisi esprime una grande attenzione alla natura e all’ambiente. Sarà buona cosa produrre minor inquinamento possibile per recarsi a Perugia: privilegiare il treno rispetto ai mezzi privati, utilizzare la bicicletta quando possibile, riempire alla massima capienza pullman e automobili. Cercheremo anche di evitare ogni inutile inquinamento acustico e rumori molesti. Ogni singolo marciatore dovrà fare attenzione a non disperdere nessun rifiuto, non lasciar cadere carte e volantini per terra, non utilizzare bottigliette di plastica, ed eventualmente riportarle via con sè. Saremo ospiti della splendida terra umbra, e dovremo lasciare il percorso da Perugia ad Assisi migliore di come lo avremo trovato.
Un semplice accorgimento: portiamoci un sacchetto apposito, e se vediamo qualche rifiuto a terra lasciato da un marciatore distratto, raccogliamolo.

21
“Per la pace e la fratellanza dei popoli” (1961), “Mille idee contro la guerra” (1978), “Contro la guerra ad ognuno di fare qualcosa” (1981), “Contro il riarmo blocchiamo le spese militari” (1985), “Mai più eserciti e guerra” (2000).  Sono questi i titoli, e gli obiettivi politici, delle precedenti marce che il Movimento Nonviolento vuole rinnovare e riproporre il 25 settembre 2011.
Nel cinquantesimo anniversario della prima marcia di Aldo Capitini, marceremo dunque per la pace e la fratellanza dei popoli, per raccogliere mille idee contro la guerra, per chiedere ad ognuno di fare qualcosa contro la guerra, per ottenere il blocco delle spese militari e per riaffermare che se non vogliamo più guerre dobbiamo abolire gli eserciti.

22
Sarebbe bello se ogni marciatore che parteciperà alla marcia, portasse appeso al collo un cartello, anche solo un foglio di quaderno, con scritto il proprio personale impegno contro la guerra, firmato con nome e cognome.

23
La guerra è il più grande crimine contro l’umanità. Ogni guerra, per qualsiasi motivo. Sia essa di attacco o di difesa, chirurgica o umanitaria, per il petrolio o per la democrazia, la guerra è sempre un crimine, in Libia o in Afghanistan. Questo dirà la marcia Perugia-Assisi.

24
La nonviolenza è il varco attuale della storia, diceva Aldo Capitini. Ancor oggi la marcia Perugia-Assisi cammina sui sentieri della storia e cerca il varco.

25
La Perugia-Assisi è democratica. Quando saremo in marcia ognuno di noi sarà il centro dell’iniziativa. Ogni singolo marciatore esprimerà l’idea collettiva. Non ci saranno capi, portavoce, rappresentanti. La marcia è composta da tutti i marciatori, che hanno un uguale valore in sè.

26
La vera marcia inizierà la sera del 25 settembre, quando dalla Rocca di Assisi sarà proclamata la conclusione. E’ da lì che muoverà i primi passi la marcia per la pace, quando ogni marciatore tornerà alla propria casa con l’impegno di realizzare l’obiettivo comune: opporsi integralmente alla guerra.

27
La marcia Perugia-Assisi dovrà dire parole chiare sulla politica internazionale e sulla politica interna: non vogliamo più partecipare a nessuna guerra, non vogliamo più pagare per le spese militari.

28
La marcia Perugia-Assisi è aperta a tutti, ai persuasi e ai perplessi. Raccoglie le idee di tutti, ma deve dare un orientamento preciso verso la nonviolenza. Se questo non avvenisse, sarebbe solo un’inutile marcia.

29
Accade spesso che gli abitanti lungo il percorso della marcia offrano acqua e generi di conforto ai marciatori più affaticati. E’ un gesto di accoglienza, di ospitalità, di condivisione, che commuove.

30
La musica è un’arte che unisce, che crea emozioni, che parla ai sentimenti. La colonna sonora della prima marcia fu affidata ad un giovane cantautore con la chitarra. Chi sa suonare qualche strumento lo porti alla marcia del 25 settembre 2011, e chi sa cantare non abbia timore a farlo in coro con gli altri marciatori. La musica e le canzoni ci accompagneranno da Perugia ad Assisi.

31
La marcia Perugia-Assisi condanna le guerre del passato, si dissocia dalle guerre del presente e cerca di prevenire le guerre del futuro.

32
Nessuno venga alla marcia per ostentare la propria bandiera di parte, lo striscione della propria organizzazione, il nome di uno specifico movimento. Bandiere, striscioni e movimenti devono contribuire a far prevalere l’obiettivo comune per cui marceremo insieme: il bene supremo della pace.

33
Il 25 settembre ripercorreremo la strada indicata da Aldo Capitini; il titolo della marcia sarà lo stesso dato da Capitini “per la pace e la fratellanza dei popoli”; concluderemo alla Rocca di Assisi, là dove Capitini lesse la “mozione del popolo della pace”. Dobbiamo essere consapevoli della grandezza di ciò che faremo insieme.

34
Quando si marcia, si guarda in avanti. Il valore profondo della Perugia-Assisi non è solo nella forza delle sue radici che affondano nel passato, ma soprattutto nella capacità di indicarci la strada da percorrere da domani.

35
Marceremo non per smania di protagonismo, o per sfogare indignazione o rancori, e nemmeno per rivendicare diritti negati o torti subiti; marceremo per dialogare con tutti coloro che marciano insieme a noi e con tutti coloro che ci staranno ad osservare dai bordi della strada, dalle loro case, dalla televisione e tramite i giornali. La marcia è un metodo nonviolento per comunicare con gli altri. Dobbiamo spiegarci bene e farci capire. Il messaggio è quello della nonviolenza.

36
Con Aldo Capitini, saranno in molti ad accompagnarci e darci forza durante la marcia Perugia-Assisi del 25 settembre: Lorenzo Milani, Danilo Dolci, Tonino Bello, Ernesto Balducci, Alexander Langer, Davide Melodia, Gaetano Latmiral, Rocco Campanella, Birgitta Pinna Ottoson, Emma Thomas, Gervasia Asioli, Piergiorgio Acquistapace, Marco Baleani, e tantissime altre amiche ed amici della nonviolenza che qui tutti non possiamo nominare, ma che ognuno di noi porta nel cuore. Sarà la marcia della compresenza dei morti e dei viventi.

37
C’è un compito da assolvere per chi si prepara a partecipare alla marcia Perugia-Assisi: chiedere al proprio Comune, al Sindaco, ad un consigliere comunale, al Presidente della Provincia, ad un consigliere provinciale, ad un deputato o un senatore, ad un consigliere di quartiere o di circoscrizione, che si conosce o che si è votato, di partecipare alla marcia in rappresentanza dell’istituzione di cui fanno parte. Gli enti locali, le istituzioni democratiche rappresentative, sono chiamate a fare la propria parte per la costruzione della pace.

38
Camminare per la pace da Perugia ad Assisi è anche una forma di meditazione. “Ogni passo è vita, ogni passo è guarigione, ogni passo è gioia, ogni passo è libertà” dice una preghiera buddhista.

39
Sarebbe bello che alcuni tratti della marcia da Perugia ad Assisi fossero percorsi da tutti i marciatori in perfetto silenzio. Un silenzio per concentrarsi sulle vittime delle guerre; un silenzio da opporre al fragore dei bombardamenti.

40
Il rovesciamento del motto olimpico pensato da Alexander Langer (“lentius, profundius, suavius” anzichè “citius, altius, fortius”) ben si adatta alla marcia Perugia-Assisi: più lentamente, più profondamente, più dolcemente. Questi devono essere i tre caratteri di una marcia per la pace.

41
Saremo in tanti alla marcia per la pace. Ma quello che conta di più sarà essere in tanti dal giorno dopo a dire di no alla preparazione della prossima guerra.

42
Il disarmo. Questo è l’obiettivo politico di una marcia per la pace. Lo sapeva già Francesco d’Assisi che chiedeva l’indulgenza per coloro che prima di entrare alla Porziuncola abbandonavano le armi.

43
La marcia Perugia-Assisi è per la pace e la fratellanza dei popoli, e dunque è antimilitarista, antifascista, antirazzista.

44
La Costituzione italiana ripudia la guerra. Chi partecipa alla marcia Perugia-Assisi mette in atto la Costituzione.

45
La guerra è portatrice di morte. Le donne generano la vita. Il movimento femminista rappresenta l’anima profonda della marcia per la pace.

46
La marcia Perugia-Assisi raccoglie il meglio di ciò che ha saputo esprimere l’Italia negli ultimi cinquant’anni. Nonviolenti, obiettori di coscienza, pacifisti, femministe, ecologisti, referendari, scout, parrocchie, comitati, comunità di base, movimenti per i diritti civili, per i beni comuni, per la giustizia, per la democrazia, si danno obiettivi comuni: la pace e la fratellanza dei popoli.

47
La Perugia-Assisi è la marcia dell’obiezione alla cultura bellica, dell’obiezione alla politica di guerra, dell’obiezione alle spese militari, dell’obiezione di coscienza alle armi e agli eserciti.

48
“La marcia non è fine a se stessa. Crea onde che vanno lontano”. Così diceva Aldo Capitini nel 1961. Le onde della nonviolenza sono giunte fino a noi, oggi.

49
Ogni passo che i nostri piedi faranno da Perugia ad Assisi, deve corrispondere ad un fucile che le nostri mani spezzano.

50
Partecipare alla marcia Perugia-Assisi è un grande privilegio. Seguiamo le orme del santo Francesco, del mahatma Gandhi, del pastore Martin Luther King, del professor Aldo Capitini. Camminiamo sulle vie della nonviolenza.

Perugia/Assisi, 25 settembre 2011

Perugia-Assisi: ultimo appello del Movimento Nonviolento

20 martedì Set 2011

Posted by maovalpiana in Nonviolenza

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Aldo Capitini, marcia per la pace 2011, Movimento Nonviolento, nonviolenza, Perugia-Assisi

Finalmente ci siamo! Mancano pochi giorni alla “Marcia per la pace e la fratellanza dei popoli” che il 25 settembre vedrà sfilare migliaia e migliaia di persone da Perugia ad Assisi. È il popolo della pace che si mette in cammino per smobilitare la guerra di oggi, attraverso il ritiro dell’esercito dall’Afghanistan e dalla Libia, e quella di domani, attraverso il disarmo e il taglio drastico delle spese militari. Ciò potrà cominciare solo se ciascun marciatore di pace assumerà questa esigenza come impegno personale.

Il Movimento Nonviolento ha convocato questa Marcia nel cinquantesimo anniversario della prima, voluta ed organizzata da Aldo Capitini nel 1961, come risposta popolare alla folle corsa agli armamenti in un’Europa divisa fra Est ed Ovest. Nei cinquant’anni che ci separano da quella Marcia, pur con la conclusione della “guerra fredda”, le spese per gli armamenti sono incredibilmente lievitate a livelli astronomici, portando gli investimenti militari a diventare, di gran lunga, il primo spreco pubblico nel bilancio di uno Stato che, invece, sottrae continuamente risorse alle “spese di pace” (sanità, scuola, cultura, servizi sociali, ricerca, servizio civile, ecc.).

I governanti, da vent’anni, impegnano costantemente il nostro Paese in “guerre calde” in giro per il mondo, che uccidono in nome del popolo italiano. La nostra Costituzione repubblicana che “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” è ripetutamente, a sua volta, ripudiata! Ci sono, oggi, ancora più ragioni di cinquant’anni fa per marciare in maniera consapevole e determinata affinché, percorrendo i 24 chilometri che da Perugia portano ad Assisi, il popolo della pace torni ad essere un soggetto autonomo ed indipendente per aiutare il Paese ad uscire dalla grave crisi sociale, politica, economica, morale nella quale è precipitato.

La Marcia della pace non è un rito, è un impegno. Non è una passeggiata, è un’azione politica. E’ un’azione nonviolenta. Questo era chiaro ad Aldo Capitini quando nel 1961 dalla Rocca di Assisi disse: “la pace è troppo importante perchè possa essere lasciata nelle mani dei soli governanti”. Dunque, mettiamoci in marcia per ripudiare le guerre di domani avviando da oggi la politica del disarmo. L’appuntamento è ai Giardini del Frontone di Perugia, alle 9, o lungo il percorso fino alla Rocca di Assisi, dietro al grande striscione “Nonviolenza”.

La marcia Perugia-Assisi di Mauro Biani

Guerra in Libia: i silenzi, le parole, i fatti dei pacifisti

06 martedì Set 2011

Posted by maovalpiana in Nonviolenza

≈ 1 Commento

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Aldo Capitini, Libia, Movimento Nonviolento, Perugia-Assisi

Una risposta a Marinella Correggia

Cara Marinella Correggia,

non sono d’accordo. Sulla guerra in Libia dici che “il silenzio dei pacifisti ha ucciso”, lasciando intendere che se avessero parlato le cose sarebbero andate diversamente. Ma purtroppo non è così.

Sai bene che milioni e milioni di persone che nel febbraio del 2003 sono scese in piazza contro la guerra in Iraq “senza se e senza ma”, non hanno ritardato di un giorno l’inizio dei bombardamenti.

Illudersi di fermare una guerra quando i motori degli aerei sono già accesi, è una sciocchezza immane, imperdonabile per un movimento che dovrebbe aver raggiunto una certa maturità.

La Marcia Perugia-Assisi, che tu bocci come “ipocrita”, ha cinquant’anni di storia alle spalle, ed ha attraversato la guerra d’Algeria, del guerra del Viet-nam, la guerra fredda, la guerra nel Golfo, la guerra nei Balcani, la guerra in Cecenia, la guerra in Iraq e la guerra in Afghanistan.

Aldo Capitini, ideatore della prima marcia, era un “oppositore integrale alla guerra” (e spero che tu non voglia mettere in dubbio anche questo), ma non si è mai posto l’obiettivo velleitario di fermare una guerra in corso (nemmeno quelle scellerate volute dal fascismo), ben sapendo che le radici delle guerre sono forti e profonde e possono essere debellate solo con un ampio movimento di resistenza e non collaborazione nonviolenta. Alla costruzione di un Movimento Nonviolento, che è il frutto principale della prima marcia Perugia-Assisi, Aldo Capitini ha dedicato gli ultimi anno intensi della sua vita, proprio per avere a disposizione uno strumento di “opposizione integrale alla guerra”.

Il punto decisivo, cara Marinella, per me è proprio questo: se vogliamo contrastare efficacemente la guerra, noi dobbiamo distruggere gli strumenti che le guerre rendono possibili, cioè le armi e gli eserciti. E su questo i pacifisti integrali, cioè i nonviolenti, non hanno mai taciuto, e quindi non sono accusabili di silenzi complici, nemmeno per la guerra in Libia.

L’errore madornale in cui spesso cade il movimento per la pace, è quello di chiedere ad altri (all’Onu, all’Europa, ai governi – cioè ai responsabili primi) di fermare la guerra, di ritirare le truppe. E’ una dichiarazione di impotenza. Il compito del movimento pacifista, invece, dovrebbe essere quello di mettere in atto campagne di reale dissociazione dalla guerra (obiezione alle spese militari, obiezione di coscienza, boicottaggi, ecc.) e nel contempo avviare le alternative ai conflitti armati (corpi civili di pace).

Se vogliamo davvero evitare la prossima guerra (Iran o Siria?) dobbiamo da oggi combattere il militarismo in casa nostra, tagliare le spese militari, non pagare per le missioni belliche all’estero, fare obiezione di coscienza ad ogni manifestazione militare, contestare l’esercito. Il lavoro della nonviolenza è soprattutto preventivo, anche se non fa chiasso.

Stiamo attenti a non confondere il movimento con l’agitarsi a vuoto, e il silenzio con il lavoro umile.

Cara Marinella, il Movimento Nonviolento è co-promotore della marcia Perugia-Assisi “per la pace e la fratellanza dei popoli” per farne un’occasione importante di crescita di tutto il movimento pacifista verso la nonviolenza. Spero di trovarti al mio fianco mentre cammini con il tuo cartello. Il mio dirà: “Contro la guerra di domani, disarmiamoci oggi”.

Mao Valpiana

Presidente del Movimento Nonviolento

Libia, il silenzio dei pacifisti ha ucciso

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