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Archivi Mensili: febbraio 2012

Contro querelandia Valpiana scrive una lettera a Tosi

28 martedì Feb 2012

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panchina, Tosi, Verona, Verona Città Aperta

Caro Sindaco, per due volte i giudici hanno dovuto esprimersi su vicende che a mio avviso era meglio rimanessero nell’ambito del dibattito politico. Ma tu hai preferito multarmi e querelarmi. E hai fatto male, perchè in entrambi i casi la giustizia ha dato ragione a me e torto a te. Per la vicenda dei giardini di via Prato Santo (i fatti risalgono al 2009, quando l’Amministrazione ha fatto togliere le panchine per evitare che vi bivaccassero i “barboni” frequentanti la vicina mensa Caritas, e noi del Comitato “Verona città aperta” abbiamo rimesso, a nostre spese, una panchina a disposizione di tutti) sono stato multato per infrazione del codice della strada con 166 euro. Dopo ricorsi e contro ricorsi, con un accanimento persecutorio nei miei confronti davvero stupefacente, finalmente il Giudice di Pace ha riconosciuto le mie ragioni e ha annullato la multa e sono stato persino risarcito dei 38 euro spesi per il ricorso. Due anni di tempo e qualche chilo di carte. C’è poi la storia del dibattito con Saviano alla Gran Guardia. La tua Giunta ha snobbato l’evento. Io ho fatto una dichiarazione sulla stampa locale (il 10 ottobre 2010: “o si sta contro la mafia o si è collusi”) e tu hai pensato bene di rispondere con una querela. Ha dovuto interessarsene il pubblico ministero che ha scritto una bella sentenza a mio favore (“in materia di mafia sono necessarie precise prese di posizione perchè ogni incertezza costituisce indiretto vantaggio per l’organizzazione criminale”) e così il Giudice per le indagini preliminari ha archiviato la pratica. Due anni di tempo e due uffici giudiziari coinvolti. Oggi ti scrivo, caro Sindaco, non per rivendicare le due vittorie (che comunque mi fanno piacere) ma per dirti che la strada delle querele, a te così cara visto che l’hai percorsa ormai una quarantina di volte contro tuoi avversari politici, non è utile a nessuno, e rischia – come in questi casi – di essere dannosa per il ruolo che eserciti a nome della comunità veronese. Non è bello per una città come Verona avere un sindaco che perde il confronto giudiziario con uno come me. Che figura ci fai? Inoltre c’è la questione dei costi, non secondari, che l’Amministrazione ha dovuto sostenere, per poi perdere. Si poteva risparmiare il lavoro degli avocati, dei vigili, dei giudici, a vantaggio della collettività, tuo e anche mio, che ho dovuto spendere molto tempo per difendermi. Sarebbe stato molto più utile e costruttivo mantenere queste due vicende sul piano del confronto politico. Te lo avevo anche proposto: facciamo un dibattito pubblico, quando vuoi e come vuoi. Magari perdevi lo stesso, ma i veronesi sarebbero stati più contenti.
Un ultimo consiglio: ritira le 40 querele che hai avviato contro cittadini e giornalisti.

Buon lavoro.

Salviamo piazza Corrubbio (dagli architetti)

23 giovedì Feb 2012

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parcheggio, Salviamo piazza Corrubbio, San Zeno, Verona

Al Sindaco di Verona

Alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e paesaggistici di Verona

Ho assistito alla presentazione del progetto di “riqualificazione” di piazza Corrubbio da parte dell’Assessore Corsi, dell’architetto Gabaldo e del costruttore Rettondini.

Bisogna intervenire subito per evitare un nuovo scempio nel cuore della nostra città. Piazza Corrubbio oggi non esiste più. E’ stata distrutta per lasciare posto ad un parcheggio sotterraneo. Ora, sopra la soletta del parcheggio, si deve “ricostruire” la piazza. E’ del tutto evidente che bisogna tenere conto del contesto prezioso e delicatissimo nel quale si inserisce la “nuova” piazza: la Basilica di San Zeno e la chiesa di San Procolo. Piazza Corrubbio, infatti, fa parte di un tutt’uno, un “unicum”, con Piazza San Zeno e Piazza Pozza (tant’è che il verde preesistente nelle tre piazze era inserito nella schedatura e catalogazione dei giardini storici della Regione Veneto).

Per disegnare la nuova piazza (testuali parole dell’Assessore) “ci si è ispirati a piazza Cittadella”. Ed infatti nelle diapositive abbiamo visto la fontana zampillante, le aiuole “a montagnola”, la carreggiata delimitata da paletti in acciaio e passi carrabili a scomparsa. Il tutto su una pavimentazione “in materiale sintetico” di colorazione tra il rosa, l’ocra, il giallo. Fontane e aiuole possono piacere o non piacere, ma non è questo il punto. Guardando la facciata della nostra stupenda Basilica, la visuale sulle tre piazze è unitaria, e quindi i caratteri architettonici e paesaggistici del contesto devono essere rispettati. Non si può non tenere conto che da piazza Corrubbio si vede il porticato di San Procolo e il campanile di San Zeno!

Cosa c’entra la fontana? E le aiuole a montagnetta? E la pavimentazione sintetica? Gli elementi che offrirebbero continuità e coerenza sono l’uso dei materiali storici (il ciotolato tra piazza San Zeno e San Procolo, la pietra, il tufo, il marmo), i paracarri in pietra (in veronese “i piloti”), gli alberi inseriti in aiuole basse con panchine. Niente di tutto questo abbiamo visto nella nuova piazza Corrubbio pensata da Corsi, Gabaldo, Rettondini: anonima, fredda, disegnata a tavolino, potrebbe essere realizzata a Legnago come a Galbiate, a Milano2 come nella piana di Goia Tauro.

Vi prego, quindi, fino a che siamo ancora in tempo, di fermare questo orrendo progetto, totalmente avulso dalla storia, dalla tradizione, dal carattere dei sanzenati. Secoli di storia non possono essere cancellati dall’ultimo sfizio di un architetto cui piace divertirsi con i giochi di luci bianche e gialle sulle fontane a raso.

Per restituire piazza Corrubbio ai suoi abitanti, ai veronesi, ai turisti, al mondo intero, non servono concorsi internazionali o scomodare grandi architetti, basta un minimo di buon senso, di conoscenza e di amore per il rione di San Zeno e per la bellezza della nostra città.

Mao Valpiana

Verona, 23 febbraio 2012

Sulla scarcerazione di Zeno Rocca

10 venerdì Feb 2012

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Aldo Capitini, Movimento Nonviolento, NO-TAV, nonviolenza, Zono Rocca

Ora che a Zeno Rocca sono stati concessi gli arresti domiciliari, e può finalmente tornare all’affetto dei suoi cari, qualche considerazione sulla vicenda la si può fare.

Ovviamente rispetto alla verità processuale vale sia la presunzione di innocenza, sia il pieno rispetto del giudizio che darà la magistratura.

Non conosco con precisione il merito dei fatti contestati, e non spetta a me assolvere o condannare Zeno, per questo esiste il codice penale che vale per tutti i cittadini, manifestanti e forze di polizia.

Ho partecipato alla mobilitazione di solidarietà per molti motivi:

–        mi è sembrato fuori luogo, esagerato e ingiustamente punitivo sottoporre un ragazzo di 20 anni, incensurato, ad un regime di carcerazione preventiva, in isolamento: non è un mafioso, non è un terrorista, non è stato colto in flagranza di reato;

–        l’arresto di Zeno e di altri 25 manifestanti è avvenuto a 6 mesi dai fatti, non sussistendo né pericolo di fuga, né di inquinamento delle prove: il sospetto di un blitz a scopo intimidatorio è forte;

–        ho sentito il dovere di esprimere pubblicamente fraterna solidarietà ai genitori di Zeno, con i quali ho condiviso scelte di vita e attiva partecipazione al Movimento Nonviolento, giustamente preoccupati per quanto stava accadendo al proprio figlio;

–        la manifestazione del 3 luglio 2011 in Val di Susa (a cui si riferiscono le accuse) è avvenuta anche per protestare contro la militarizzazione del territorio: ritengo inaccettabile che il cantiere di un’opera pubblica sia considerato “zona militare” e in quanto tale sottoposto a regime di polizia;

–        il movimento No Tav è un movimento popolare e diffuso, che per resistere da più di vent’anni ha scelto la nonviolenza: è importante che tale scelta non sia messa a repentaglio da infiltrazioni o provocazioni, e dunque l’opzione nonviolenta va ribadita in ogni occasione.

Il tema decisivo di questa vicenda, dunque, è la resistenza che da anni si sta attuando in Val di Susa contro il devastante progetto di TAV (treno ad alta velocità). Anche il Movimento Nonviolento (che in Val di Susa esiste dal 1968 con il “Gruppo valsusino di azione nonviolenta” fondato e animato da Alberto Perino, che ancor oggi è il punto di riferimento di tutto il movimento No Tav) partecipa attivamente  a questa resistenza, che è anche il simbolo  di una più vasta resistenza contro un dissennato “sviluppo”, basato sull’insostenibile idea della crescita infinita, che ha creato enormi problemi ambientali ed economici, e ci sta portando sul baratro di un futuro fosco.

Organizzare questa resistenza, renderla efficace e costruttiva, è una delle sfide che la nonviolenza vuole raccogliere. La nonviolenza non è solo una scelta strategica, ma prefigura anche il fine che si vuole perseguire: una società più lenta, più profonda, più dolce, che rispetta la natura, che rispetta le fonti energetiche anche per le generazioni future, che considera le risorse naturali sufficienti per tutti ma non per l’avidità di pochi.

Questa può essere un’occasione di crescita per la nonviolenza e una palestra utile per tanti giovani. La nonviolenza – diceva Aldo Capitini, fondatore 50 anni fa del nostro Movimento – ci deve insegnare ad ascoltare e parlare, mai l’uno senza l’altro. Significa cercare di capire le ragioni degli altri, e nel contempo partecipare attivamente ai fatti sociali e politici. La nonviolenza va incarnata nel pensiero e nell’azione, mai l’uno senza l’altra. Il pensiero senza azione è inefficace, l’azione senza pensiero è cieca. Dunque, il compito del Movimento Nonviolento è quello di portare  un’aggiunta al pensiero e all’azione: la teoria e la pratica della nonviolenza.

 

RUTELLI / Paga i debiti: ridammi 60.000 lire!

06 lunedì Feb 2012

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Caro Francesco Rutelli,

gli amici veri si riconoscono nel momento del bisogno. Sulla vicenda dei 13 milioni della Margherita, hai dichiarato in televisione “La mia onestà personale è la ragione della mia vita”. Bene, noi, i tuoi amici di una volta, ti offriamo l’opportunità di dimostrare a tutti la tua onestà: restituiscici i nostri soldi!

Era l’estate del 1979.

A Sondemborg, in Danimarca, si teneva il triennale Congresso mondiale della War Resisters International (l’Internazionale dei resistenti alla guerra, di cui il Movimento Nonviolento è sezione italiana). Non avevamo ancora 25 anni, e con la mia Dyane 6 arancione, in compagnia degli amici di sempre Sergio, Giorgio e Vincenzo del Movimento Nonviolento di Verona, siamo andati.

Sacchi a pelo, scatolette di tonno, fornellino da campo, pochi soldi, ma una gran voglia di partecipare ad un evento importante per noi giovani obiettori di coscienza.

Dall’Italia arriva anche il radicale Marco Pannella, accompagnato in macchina da Francesco Rutelli.

L’ultimo giorno (non lo dimenticherò mai) eravamo nella doccia dell’Ostello che ci ospitava, Francesco Rutelli ci chiede aiuto: la sua macchina si è rotta, deve farla riparare subito per riaccompagnare Pannella a Roma, ha bisogno di 60.000 lire in prestito. Noi ci guardiamo attoniti, è una cifra importante, praticamente tutto ciò che ci serve per la nostra programmata vacanza spartana, ma tra nonviolenti non si nega la solidarietà, e tiriamo fuori 15.000 lire ciascuno (sangue del nostro sangue) racimolando le 60.000 lire necessarie. Un abbraccio e un grazie da Francesco, e la promessa che arrivato a Roma ci avrebbe restituito tutto.

Passano i mesi, passano gli anni. Noi rimaniamo nonviolenti di periferia, Francesco Rutelli fa carriera, da segretario radicale diventa Verde Arcobaleno, poi portavoce dei Verdi, deputato, eurodeputato, poi Sindaco di Roma, poi della Margherita, poi del Partito Democratico, poi dell’API.

Ma la restituzione non avviene mai. In questi anni lo abbiamo incrociato due o tre volte, ricordandogli l’episodio giovanile e le 60.000 lire: un sorriso, una pacca sulla spalla, un’amarcord “com’erano belli quei tempi”, ma di soldi nemmeno l’ombra.

Ora, caro Francesco, veniamo a sapere dai giornali della vicenda dei 13 milioni della Margherita.

Oltre al danno la beffa! No, adesso basta.

Dopo 33 anni rivogliamo i nosri soldi. Sessantamila lire, con il cambio e la svalutazione oggi saranno circa 300 euro. E lasciamo perdere gli interessi….

Caro Francesco, ancora una volta ti veniamo in soccorso, la solidarietà non si nega; hai dichiarato in televisione “La mia onestà personale è la ragione della mia vita”. Bene, noi, i tuoi amici di una volta, ti diamo l’opportunità di dimostrare a tutti la tua onestà: ridacci le nostre 60.000 lire!

Com’erano belli quei tempi, vero Francesco?

Ciao, dai tuoi vecchi amici

Mao Valpiana

presidente nazionale del Movimento Nonviolento

Verona

Rutelli. Fino ad oggi ci ha restituito ZERO lire

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