Da una parte l’Assessore Corsi che organizza un incontro “privato” in una
stanza del Palazzo, dall’altra un Consigliere del PD che organizza una
“pubblica” baruffa al bar: in mezzo la povera Piazza Corrubbio che viene
sistematicamente sottratta ad una seria progettazione del suo futuro. Ma è
mai possibile che a Verona non si riesca a prendere una decisione
condivisa da tutti i soggetti coinvolti, per il bene comune di una piazza
nel cuore pulsante del quartiere di San Zeno, il più storico della città?
Purtroppo sì, pare proprio che sia così.
Eppure esistono vari esempi che dimostrano come l’urbanistica partecipata,
il confronto creativo, il dibattito pubblico, siano strumenti operativi
concreti ed efficaci, già messi in pratica con risultati eccellenti in
città come Livorno, Bologna, Mestre, Reggio Emilia.
In Francia e in Danimarca, come in Olanda e in Germania, le opere
pubbliche sono sottoposte ad una legislazione che permette di risolvere i
normali conflitti di interessi e giungere a soluzioni che tengono conto
del contributo di tutti.
Sul destino di piazza Corrubbio è in atto un conflitto. Non è accettabile
che la soluzione sia affidata alla Ditta costruttrice del parcheggio, nè
ad un singolo architetto, nè all’assessore, nè ai commercianti, nè ad
un’assemblea indefinita di cittadini, nè ad una sola associazione. I
soggetti titolati e da coninvolgere sono molteplici, compresi i bambini di
oggi che usufruiranno della piazza negli anni a venire.
Esistono tecniche consolidate, adottate anche ad alti livelli
internazionali, che sanno fare sintesi di interessi così diversi, e che
danno risultati concreti e apprezzati da tutti.
Una di queste metodologie si chiama “Open Space Technology” (OST), ed è
normalmente utilizzata in tantissimi casi europei di conflitti urbani,
come quello di piazza Corrubbio.
L’Ost è una modalità di indagine e decisionale adatta a situazioni in cui
un gruppo differenziato di persone deve affrontare dei problemi complessi
e conflittuali in modi innovativi e creativi.
Perchè non provare a realizzare un evento di questo tipo per Piazza
Corrubbio? Bastano due giorni di tempo, e una disponibilità a mettersi in
gioco da parte di tutti i soggetti interessati.
Da parte nostra c’è la massima disponibilità, per superare polemiche e
contrapposizioni, con l’obiettivo di trovare una soluzione “bella” e condivisa per la piazza.
Una via d’uscita dal muro contro muro
04 domenica Mar 2012
Posted Salviamo piazza Corrubbio
in
Salve,
mi chiamo Michele e vivo all’estero, non troppo lontano (Francia). Ho abitato Piazza Corrubbio per due anni e mezzo e da piccolo ci passavo spesso perché mia nonna abitava nel quartiere. Credo sia uno sconcio ciò che è stato fatto. Non solo l’idea di costruire un parcheggio per chi andà a comprarsi le mutande firmate in centro, ma sopratutto perché da quello che ho capito il progetto non è stato “giudicato” dalla città, dai cittadini. Io non so come funzionino ste cose ma credo che in una condizione tale, con un quartiere cosi particolare, sensibile ed importante per l’identità di una città sarebbe stata doverosa una riflessione più profonda dall’inizio, senza andare sempre verso il denaro ma verso la bellezza (che poi porterà denaro turistico). Queste sono forse banalità, ma amo talmente San Zeno (e mi manca) che se da lontano posso fare qualcosa di attivo per salvare la piazza io ci sono! Saluti