Tag
Agenda della pace, alba, Cambiare si può, Costituzione, elezioni, F35, governo, Grillo, Ingroia, Lista Civica, M5S, nonviolenza, Radicali, spesa militare, Verdi
La politica è l’arte del compromesso e del possibile.
Traduzione: la politica (governo della città) è l’arte (attività creativa) del compromesso (accordo di mediazione) e del possibile (ciò che si può fare).
Nelle prossime settimane vedremo se e chi nel nuovo Parlamento saprà fare politica.
I RISULTATI
Il risultato elettorale ci consegna un’Italia divisa, squilibrata, ancora incerta sulla strada da intraprendere per uscire dalla crisi in cui si è messa.
Chi ha dato la fiducia al centro-sinistra, vuole un governo capace di fare le riforme; chi ha dato la fiducia al centro-destra, vuole la continuità con i decenni trascorsi; chi ha votato per il Movimento 5 stelle, vuole liberarsi dei predecessori (tutti a casa).
Difficile trovare una maggioranza. E questo è certamente un danno per il paese, che ha problemi così enormi che avrebbero bisogno di un governo autorevole, sostenuto dalla fiducia degli italiani.
Non so se si riuscirà a formare un governo, con chi, quanto durerà, se saprà fare le riforme necessarie, tra quanto torneremo a nuove elezioni. Fare l’indovino non è il mio mestiere (e comunque non dimentichiamo che in passato abbiamo avuto un presidente del Consiglio come Berlusconi, e ministri come Bossi e Calderoli: difficile cadere più in basso).
Quello che mi interessa è capire i fatti, e cosa posso fare io (noi) per far andare meglio le cose.
E’ evidente che il dato forte emerso dalla urne è la volontà di un cambiamento. Lo dice anche la grande mobilità elettorale che gli elettori hanno dimostrato di avere. Non è la prima volta che viene espressa, pur in forme diverse, una necessità di discontinuità con il passato, una forte contestazione e la voglia di novità nel Parlamento: è già accaduto nel 1976 con il Partito Radicale, nel 1987 con la Lega e i Verdi, nel 1994 con Forza Italia.
L’involuzione di quelle novità è nota a tutti…. e non è escluso che la storia si ripeta..
IL M5S
Oggi la novità è il Movimento 5 Stelle, che ha luci e ombre.
Le luci sono rappresentate da alcuni punti programmatici assolutamente condivisibili, dall’aver incanalato la protesta in un alveo democratico, aperto la partecipazione a tanti giovani. Le ombre sono la guida monarchica e centralizzata del movimento, l’assenza di confronto reale, la demonizzazione degli avversari.
Grillo (padre/padrone) resta un attore, recita una parte del copione (scritto da Casaleggio Associati s.r.l.), ma non vuole assumersi responsabilità politica.
D’altra parte l’aveva già annunciato lui stesso con la campagna elettorale (fatta nelle piazze, e anche questo è stato un segno positivo) chiamata significativamente Tsunami tour. Cos’è lo tsunami? L’onda arriva, travolge e sommerge tutto, ma poi si ritira e lascia solo fango e macerie. Ci vuole qualcuno che dopo lo tsunami si rimbocchi le maniche per togliere i detriti, ripulire e poi poter ricostruire. Chi lo farà questo lavoro?
Se il M5S mantiene la linea di “non alleanza” rischia di diventare un contenitore che tiene congelati i voti. Probabilmente è una strategia voluta, per costringere le altre coalizioni a trovare accordi sulle riforme, e quindi accusarle di inciuci e vecchia politica, per proseguire la raccolta di voti anche alle prossime elezioni… questo è un gioco che bada al tornaconto del Movimento e non al bene comune del paese.
Ma ciò potrebbe non accadere, se gli eletti del M5S agissero come la Costituzione prevede. I deputati sono eletti senza vincolo di mandato. Quindi ognuno di loro ha il dovere di votare secondo coscienza, e di rispondere solo al corpo elettorale. C’è da sperare che tra i “grillini” ce ne siano tanti che non si considerano tali, ma semplicemente deputati della Repubblica italiana, decisi a votare in Aula per il bene di tutti, non seguendo le indicazioni del capo-partito.
Questa sarebbe davvero una grande novità. Vedremo.
RIVOLUZIONE CIVILE
Un altro dato uscito dalle urne è il fallimento totale (senza possibilità d’appello) della Rivoluzione civile di Ingroia. Il magistrato impolitico, che ha dato la colpa del proprio flop al Pd e ai giornalisti, era la foglia di fico che copriva 4 partitini, fingendo di essere il leader di una sedicente società civile che evidentemente rappresentava solo se stessa. Gli elettori hanno bocciato il brutto simbolo dietro al quale non c’era progetto politico. Dopo il disastro della Sinistra Arcobaleno del 2008, gli stessi protagonisti, recidivi, ci hanno riprovato, ma ormai non hanno più consenso. E’ un bene perchè così non si perpetua l’equivoco, e il percorso avviato da Cambiare si può, Alba, Lista Civica e tanti altri soggetti rimasti fuori da questa competizione elettorale, potrà proseguire tenendo aperto un laboratorio politico senza ambiguità.
UNA POSTILLA
Lo scenario politico che abbiamo davanti a noi è quindi in grande movimento. Ci sono molti rischi, ma vi possono essere anche nuove opportunità. Dobbiamo saperle cogliere.
Per un possibile “buon governo” dell’oggi, la Rete Italiana per il Disarmo e il Tavolo Interventi Civili di Pace hanno proposto alle forze politiche un’Agenda della Pace e del Disarmo ( http://www.disarmo.org/rete/a/37647.html ). E’ un vero e proprio programma di governo, realizzabile, che fa risparmiare denaro pubblico e genera nuove risorse. Dobbiamo lavorare per mantenere l’attenzione su questa Agenda e costringere il nuovo Parlamento a confrontarsi sulle singole proposte. L’abolizione del programma F35 e la riduzione drastica della spesa militare sono due priorità assolute (che fanno concretamente bene al paese), molto più di generiche e demagogiche campagne “contro la casta” (spero comunque che i grillini la smettano con il brutto slogan “tutti a casa”, perchè ora anche loro fanno parte delle istituzioni. I partiti hanno presentato le liste, gli elettori hanno votato e gli eletti sono tutti uguali. Non si capisce perchè quelli del M5S sarebbero “la gente” e gli altri “i politici”. Sono tutti cittadini candidati ed eletti, né più né meno come prevedono le regole democratiche).
Questa è la nostra aggiunta nonviolenta alla realtà politica odierna.
Ma è evidente che c’è bisogno di più. Che la situazione politica italiana è bloccata da troppo tempo, che le vecchie proposte non hanno più fiato e il nuovo è emerso come forza distruttiva del vecchio ma non ancora costruttiva del futuro. C’è bisogno di nonviolenza (forza della verità – potere di tutti) anche nel mondo politico.
In queste elezioni i singoli amici della nonviolenza hanno fatto la propria personale scelta politica (chi Sel, chi il M5S, chi il Pd, chi i Radicali di Amnistia-Giustizia-Libertà, chi Riv. Civ. o altre sigle ancora…), come voto di appartenenza, o voto strategico…
Per il futuro, invece, è necessario proseguire il percorso per trovare una dimensione politica della nonviolenza (oggi non presente nello scenario). E’ bene, quindi, che ora si apra una fase nuova, innanzitutto di confronto, per immaginare un’opzione politica nonviolenta comune.
La situazione è difficile, può peggiorare ancora. Ma poi ci sarà sicuramente bisogno di qualcosa di forte, nuovo, positivo, coraggioso, per ricostruire su nuove fondamenta la politica. La nonviolenza può essere “la pietra che i costruttori hanno scartato” e che poi è diventata “la pietra angolare” (Matteo 21, 42).
Fino ad oggi abbiamo votato per “il meno peggio“, può essere che la prossima volta riusciremo a votare per “il più meglio”…
Discutiamone.
Mao Valpiana
Verona, 28 febbraio 2013
una riforma facile, rapida, un filtro per vedere chi veramente vuole fare il Bene del Paese, sarebbe questo : ai Rappresentanti del Popolo una “paga” di 3000 euro al mese, o giù di lì, no previlegi, no vitalizi, ecc. E non mi si dica che così solo i ricchi potrebbero fare politica, o che questo è qualunquismo. In tempi di gravissima crisi economica e occupazionale, un simile esempio potrebbe ridare un po’ di
fiducia
Perchè Bersani è un morto che cammina e uno stalker
Chi ha visto la conferenza stampa di Bersani dopo la comunicazione dei risultati elettorali, non può non aver pensato ad un morto che cammina. Faccia cadaverica, quasi un’ora di sproloqui senza riuscire a mettere in fila un solo concetto (solo il Forlani dei tempi migliori riusciva a fare meglio!). D’altra parte aver fatto una intera campagna elettorale essendo riuscito a non fare neppure una proposta politica (o perlomeno nessuno se la ricorda) e senza neppure dire se si sarebbe o meno alleato con Monti (scusate se è un dettaglio) è tipico di un morto (politicamente) che cammina. Contrariamente poi alle bugie raccontate dai mezzi di informazione, Bersani non solo non ha fatto nessuna proposta a Grillo ma anzi ha continuato ad insultare 5 Stelle definendolo “un movimento che fugge dalla politica”. Ora se uno insegue chi fugge è uno stalker, appunto.
Perchè 5 Stelle fa bene a rifiutare ogni rapporto col PD
Se dopo tutto quello che è successo negli ultimi anni, gli insulti continui di Bersani a 5 Stelle tipo:
“Fascisti del web, venite qui a dirci zombie”
“Con Grillo finiamo come in Grecia”
“Lenin a Grillo gli fa un baffo”
“Sei un autocrate da strapazzo”
“Grillo porta gente fuori dalla democrazia”
“Grillo porta al disastro”
“Grillo vuol governare sulle macerie”
“Grillo prende in giro la gente”
“Nei 5 Stelle poca democrazia”
“Grillo fa promesse come Berlusconi”
“Grillo dice cose sconosciute a tutte le democrazie”
“Grillo? Può portarci fuori da Europa”
“Basta con l’uomo solo al comando, guardiamoci ad altezza occhi, la Rete non basta”
“Se vince Grillo il Paese sarà nei guai”
“Siamo di gran lunga il primo partito e questo vuol dire che siamo compresi. Perché a differenza di quello lì che urla, noi ci guardiamo in faccia, noi facciamo le primarie, stiamo tra la gente”
“Indecente, maschilista come Berlusconi”
“Da Grillo populismo che può diventare pericoloso”
se il PD continua a cianciare di antipolitca e di fuga dalla politica, per quale motivo 5 Stelle dovrebbe dialogare?
Cosa potrebbe fare il PD
Se il PD, con la scusa del bene del paese, fa un’allenza con PDL e Monti, fra 6 mesi rivotiamo e i morti, politicamente, che non camminano più saranno 3: Berlusconi, Monti e Bersani. 3 piccioni con una fava.
Se invece il PD vuole davvero provare a fare qualcosa per il bene del paese, intanto dovrebbe azzerare una classe politica incapace che è riuscita a far governare per 20 anni un delinquente come Berlusconi (per me Monti non gli è da meno). In qualunque paese serio, la leadership di un partito che prende una così cociente delusione elettorale dopo aver fatto gli sbruffoni per mesi va a casa.
Fatto questo, il PD dovrebbe formulare una proposta simile a quella che ha fatto martedì sera a Ballarò Alessandra Moretti, assessore a Vicenza per il PD e forse ora eletta in parlamento.
In pratica il PD dovrebbe presentarsi in parlamento e chiedere la fiducia per 6 mesi nei quali si impegna a:
approvare una nuova legge elettorale (con l’impegno che se non si arriva ad un risultato automaticamente la nuova legge elettorale è il proporzionale puro);
dimezzamento del numero dei parlamentari;
dimezzamento delle indennità dei parlamentari;
abolizione del finanziamento pubblico dei partiti;
abolizione delle province ed accorpamento dei Comuni ad almeno 10 mila abitanti;
annullamento definitivo dei 90 cacciabombardieri (risparmio secco: 15 miliardi di Euro);
riduzione del 20% delle spese militari ad ogni finanziaria (risparmio secco 6 miliardi di Euro già il primo anno);
annullamento definitivo del ponte sullo stretto e della TAV (8.5+8.5=17 miliardi di Euro coi quali finanziaria la messa in sicurezza e la riqualificazione energetica di 30 mila scuole italiane. Nel giro di 6-7 anni i soldi spesi rientrano come minor spesa energetica, mentre le 2 grandi opere andrebbero ad aumentare il debito pubblico);
forte patrimoniale, almeno come chiedeva la Confindustria, di 15 miliardi di Euro all’anno per 3 anni (in Italia il 10% dei più ricchi detiene una ricchezza che è il triplo dell’intero debito pubblico italiano: è scandaloso chiedere a questo 10% un contributo di solidarietà?);
introduzione di una forte Tobin Tax per stroncare la finanziarizzazione dell’economia;
legge che recepisca in pieno l’esito referendario sui beni comuni (acqua e rifiuti in testa) ed avvii la ripubblicizzazione di tali beni;
reddito di cittadinanza per sostenere per 3 anni le famiglie in difficoltà in modo che possano riprendersi e camminare con le proprie gambe (non dica più il PD dove prendiamo i soldi che qui sopra ce ne sono in abbondanza);
ritiro di ogni soldato italiano dalle guerre che l’Italia sta combattendo senza un mandato ONU;
avvio del Piano Energetico Nazionale (lo so che il PD non sa neppure cosa sia, nonostante sia una delle questioni più importanti della politica dei prossimi decenni, ma su questo mi impegno personalmente a spiegare al PD che cosa è).
Se il PD proponesse questo, voglio vedere 5 Stelle che dice: non ci stiamo. Se il governo non facesse quelle cose, dopo 6 mesi si toglie la fiducia e tutti a casa si rivota. Se le fa, altro pacchetto di proposte per 6 mesi: dopo un paio d’anni di questa cura l’Italia è rovesciata come un calzino.
Luciano Benini
P.S. Ho detto solo alcune delle cose che mi son venute in mente, e ciascuno di voi ne potrà aggiungere altre. Chi può arrivare al PD perchè non glielo propone?
Sono in totale accordo su cio’ che è stato detto e richiesto con l’intervento del sig. Benini! Cosa consigliabile potrebbe essere, ad esempio, formare un comitato on-line che divulghi ancor più la necessità di non perdere tempo, e di far fruttare quanto prima e con intelligenza il risultato elettorale ottenuto con grande fatica, altrimenti si rischia di annullare ogni bene raggiunto