• Biografia
  • Contatti

Mao Valpiana Blog

Mao Valpiana Blog

Archivi Mensili: gennaio 2015

La straordinaria attualità di Gandhi: religione e laicità, contro il terrorismo e ogni guerra

30 venerdì Gen 2015

Posted by maovalpiana in Uncategorized

≈ Lascia un commento

Tag

Bibbia, Buddha, Corano, Gandhi, Giuseppe Mazzini, guerra, san Francesco, Terrorismo

Non aveva partecipato ai festeggiamenti per l’indipendenza indiana, dopo averla conquistata con il satyagraha (la forza della verità o nonviolenza), perché la separazione tra India e Pakistan era per lui una grande sconfitta. E’ stato assassinato da un giornalista indù, alla testa di un complotto, che non gli aveva perdonato la sua azione per la riconciliazione religiosa e la sua apertura ai musulmani. Gandhi, che era di religione indù, fu considerato dai fondamentalisti di entrambe le parti come un pericolo. Sono passati 67 anni, da quel 30 gennaio del 1948, e il fondamentalismo è ancora un pesante ostacolo per i processi di pacifica convivenza; il terrorismo internazionale si maschera dietro una religione per raggiungere l’obiettivo politico di destabilizzare e conquistare potere.

Dunque, non si può parlare di Gandhi senza riferirsi alla sua esperienza e alla sua definizione di religione: “E’ l’elemento permanente della natura umana; non ritiene nessun sacrificio troppo grave per trovare piena espressione e lascia l’anima totalmente inquieta fino a che non ha trovato se stessa, conosciuto il suo Creatore e sperimentato la vera corrispondenza fra il creatore e se stessa”. E poi prosegue: “Per me Dio è verità e amore; Dio è etica e morale; Dio è coraggio. Dio è la fonte della luce e della vita e tuttavia è di sopra e di là di tutto questo. Dio è coscienza. E’ perfino l’ateismo dell’ateo. Trascende la parola e la ragione. E’ un Dio personale per coloro che hanno bisogno della sua presenza personale. E’ incarnato per coloro che hanno bisogno del suo contatto. E’ la più pura essenza. E’, semplicemente, per coloro che hanno fede. E’ tutte le cose per tutti gli uomini. E’ in noi e tuttavia al di sopra e aldilà di noi…”.

Siamo in presenza di una religione aperta, libera, accogliente, amorevole, umana. La religione di Gandhi coincide con la ricerca della Verità, perché Dio stesso è Verità, e la Verità è Dio. In questo senso per Gandhi ogni problema che si pone, ogni questione che si deve affrontare, politica, sociale, economica, etica, collettiva o personale, è una sfida religiosa: “per me ciascuna attività, anche la più modesta, è guidata da quella che io considero la mia religione… la mia attività politica, come tutte le altre mie attività, procede dalla religione… perciò anche nella politica dobbiamo stabilire il regno dei cieli”. Tuttavia in Gandhi c’è posto anche per una piena laicità. Ha saputo essere, insieme, un grande religioso e una grande statista: “se fossi un dittatore, religione e Stato sarebbero separati. Credo ciecamente nella mia religione. Voglio morire per essa. Ma è una mia faccenda personale. Lo Stato non c’entra. Lo Stato dovrebbe preoccuparsi del benessere temporale, dell’igiene, delle comunicazioni, delle relazioni con l’estero, della circolazione monetaria e così via, ma non della vostra o mia religione. Questa è affare personale di ciascuno”.

Forse non è un caso che Gandhi avesse una grande ammirazione proprio per due italiani, San Francesco d’Assisi (riformatore religioso) e Giuseppe Mazzini (riformatore laico).

Oggi nel mondo intero Gandhi è considerato il profeta della nonviolenza, ma il rischio è quello di farne un santo, un eroe, un simbolo, un mito. Gandhi, invece, nel corso di tutta la sua azione sociale e politica si è sempre sforzato di far capire che ciò che lui ha fatto poteva farlo chiunque altro, che “la verità e la nonviolenza sono antiche come le montagne”. La novità emersa con Gandhi consiste nell’aver saputo trasformare le nonviolenza da fatto personale a fatto collettivo, da scelta di coscienza a strumento politico: con Gandhi la nonviolenza non è più solo un mezzo per salvarsi l’anima, ma diventa un modo per salvare la società. La nonviolenza è sempre esistita, presente in tutte le culture e in tutte le religioni, in oriente e in occidente, nei sacri testi della Bibbia e del Corano, della Bhagavad Gita e del Buddhismo. Ma è con Gandhi che la nonviolenza diventa un’arma di straordinaria potenza per liberare le masse oppresse. Il Mahatma ci ha fatto scoprire che la nonviolenza è insieme un fine ed un mezzo, che per abbracciare e farsi abbracciare dal satyagraha ci vuole fede, pazienza, sacrificio, dedizione, addestramento: “Il satyagrahi si allena giorno per giorno, in ogni istante della propria vita, per diventare capace di soffrire con gioia e apprendere la difficile arte del dono della vita. Egli agisce senza recriminazioni, con distacco, senza aspettarsi il risultato immediato delle proprie azioni e senza rivendicarne il merito. Non si stupisce della violenza che puo’ essergli inflitta, non agisce con rabbia e utilizza ogni occasione che gli si presenta per trasformare il male con il bene.”

Gandhi è stato un grande innovatore, è stato l’uomo che ha riscattato il ventesimo secolo che altrimenti sarebbe stato consegnato alla storia come un secolo buio, per gli orrori delle guerre mondiali e per l’olocausto nei campi di sterminio. Gandhi è la preziosa eredità per il nuovo secolo.

La lezione di Gandhi ha suscitato molti proselitismi, in ogni parte del mondo. Dagli Stati Uniti di Martin Luther King, al Sudafrica di Mandela, dalla Birmania di Aung San Suu Kyi, al Tibet del Dalai Lama, ed in Italia con Maria Montessori, Aldo Capitini, Danilo Dolci; in America Latina e in Europa, ovunque vi sono gruppi o popoli che lottano per i loro diritti ispirandosi alla forza attiva del satyagraha.

“Se posso dirlo senza arroganza e con la dovuta umiltà, il mio messaggio e i miei metodi sono validi, nella loro essenza, per il mondo intero; ed è motivo di viva soddisfazione per me sapere che hanno già suscitato mirabile rispondenza nel cuore di un grande e sempre crescente numero di uomini e donne dell’Occidente”.

Oggi infatti non si può parlare di pacifismo senza fare i conti con la nonviolenza gandhiana. La mobilitazione contro la guerra e il terrorismo (la guerra è terrorismo su vasta scala, e il terrorismo è una guerra contro la società) è coerente e vincente solo se fatta con i mezzi della nonviolenza. “La guerra è il più grande crimine contro l’umanità”. Gandhi condanna il ricorso alla violenza, senza appello, e ci indica anche il metodo giusto alternativo: “Si dice: i mezzi in fin dei conti sono mezzi. Io dico: i mezzi in fin dei conti sono tutto”. Dunque la nonviolenza di Gandhi è soprattutto prassi, azione, sperimentazione. Tutta la sua vita è spesa in questa ricerca, tanto da intitolare la sua autobiografia “Storia dei miei esperimenti con la verità”.

Il mondo è solo all’inizio dell’esplorazione delle potenzialità della nonviolenza, la sola via che può salvare l’umanità.

Memoria di un uomo – Gracco Spaziani

27 martedì Gen 2015

Posted by maovalpiana in Ricorrenze

≈ Lascia un commento

Tag

Gracco Spaziani, Mauthausen

Gracco Spaziani

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Storia di un uomo Studiò al liceo classico di Verona e poi fu impiegato alle poste, prima a Padova e poi a Venezia. Laureatosi in giurisprudenza all’Università di Bologna fu segretario comunale a Correzzo (Mantova) dal 1909 al 1919 e poi al comune di Casteldario dove rimase dal 1919 al 1923. Conobbe Giuseppina Sardini, figlia di contadini, che sposò ed insieme ebbero cinque figli. Nel 1913 si iscrive al Partito Socialista, manifestando subito le sue idee contro la guerra. Dopo la prima guerra mondiale non fa mistero della sua opposizione all’ascesa di Mussolini e alle prepotenze dei fascisti. Nel 1922, con la cosiddetta “rivoluzione fascista” arrivarono a Casteldario le squadracce ad imporre con il manganello il loro “ordine”. Gracco Spaziani fu sistematicamente perseguitato, minacciato, osteggiato. Nel dicembre del 1923 a causa della sua fede socialista viene allontanato dall’impiego e si trova sul lastrico. Con un carretto e le poche cose che riesce a mettere in salvo, torna al paese paterno di Isola della Scala. Utilizzando la laurea in giurisprudenza dà gli esami di procuratore e apre lo studio di avvocato. Nel 1926 in occasione di un viaggio di Mussolini nel veronese, Spaziani subisce il primo “fermo preventivo”: tre giorni rinchiuso in carcere. Nel 1930 subisce un altro arresto. Viene portato in carcere a Verona e poi trasferito a Udine, denunciato al Tribunale Speciale “per aver appartenuto al partito comunista già disciolto”. Stessa sorte subiscono i suoi due fratelli, Leonida ed Elio. Dopo tre mesi di carcere duro viene liberato. Fu prosciolto in istruttoria per insufficienza di indizi, ma viene diffidato dalla Questura “a non associarsi a sovversivi e a disinteressarsi completamente di politica”. Il 22 novembre del 1944, all’alba, militari della brigata nera irrompono nella casa della famiglia Spaziani con le armi spianate. Salgono in camera e a forza portano via l’avvocato insieme al figlio minore. Con altri dieci antifascisti è condotto al vicino comando tedesco ed interrogato. L’accusa è di aver organizzato il Comitato di Liberazione. Inizia il calvario, prima alla federazione fascista di Verona e poi nella sede delle brigate nere. Chiuso in celle luride e fredde per un mese di efferate torture ed interrogatori senza fine. Viene quindi trasferito al campo di concentramento di Bolzano. Il 22 dicembre ’44 scrive l’ultima lettera alla famiglia. Poi avviene il trasferimento, in camion e in treno, nei carri bestiame, fino al campo di sterminio di Mauthausen. Viene messo nella baracca dell’infermeria. Resiste poco più di un mese e il 9 febbraio del 1945, con il braccio ormai in cancrena per le sevizie subite, entra con molti altri nella camera a gas. Gracco Spaziani era il riferimento ideale del Cln di tutto il basso veronese. L’intero gruppo fu arrestato in seguito ad una delazione. Con la Liberazione del 25 aprile Gracco Spaziani fu proclamato primo sindaco alla memoria di Isola della Scala. Gracco Spaziani (Lonigo, 18 maggio 1884 – Mauthausen, 9 febbraio 1945).

Lager di Mauthausen, la camera a gas

Il pugno di Bergoglio

18 domenica Gen 2015

Posted by maovalpiana in Uncategorized

≈ 1 Commento

Tag

Buddha, Charlie Hebdo, Gandhi, nonviolenza, Papa Francesco, Vangelo, violenza

Anche il Papa è discutibile.

Una sua recente frase ha suscitato polemiche ed interpretazioni diverse. Qualcuno ha detto che il richiamo al “pugno” potrebbe essere inteso come legittimazione della violenza. A me non pare.

L’esegesi di un testo comincia dal contesto. In questo caso si tratta di un dialogo con i giornalisti, durante un lungo viaggio aereo. Dunque non una frase inserita in un’Omelia, o in un discorso ufficiale dal soglio di San Pietro, o in un’Enciclica, ma poco più che una chiacchierata. Un contesto “laico”, come spesso ci ha abituati Papa Francesco, avallando l’idea che il suo pensiero personale va disgiunto da quello della Dottrina.

Si sta parlando dei tragici fatti di Parigi, della strage alla redazione di Charlie Hebdo, della libertà di espressione e di satira anche sulla religione. La frase incriminata testualmente dice:

“… è vero che non si può reagire violentemente… ma se il dottor Gasparri, grande amico, dice una parolaccia contro la mia mamma… ma gli aspetta un pugno… è normale … non si può provocare, non si può insultare la fede degli altri …”.

Una reazione forte, di rabbia, per un torto subito. Il Papa non dice che bisogna fare così, che è giusto, dice solo che è normale reagire così, che è umano.

D’altra parte proprio nel Vangelo di Giovanni si racconta dell’ira di Gesù a Gerusalemme, che andò oltre il pugno, usando la frusta:

“Trovò nel tempio i venditori di buoi, di pecore e di colombe e i cambiavalute seduti, e fattasi una frusta di funicelle scacciò tutti dal tempio, anche le pecore e i buoi, disseminò il denaro dei cambiavalute, rovesciò i banchi e disse ai venditori di colombe: «Portate via questa roba di qui e non fate della casa del Padre mio una casa di mercato”. Una reazione forte, fortissima, per protestare contro la profanazione del Tempio, cioè della fede.

Questo episodio di violenta reazione di Gesù, trovò l’ammirazione perfino di Gandhi. Lo racconta lui stesso, e spiega il perchè:

“Buddha portò coraggiosamente la guerra nel campo nemico e mise in ginocchio il clero arrogante. Gesù scacciò i cambiavalute dal tempio e invocò la maledizione del cielo su ipocriti e farisei. Entrambi propugnarono un’azione intensamente diretta. Ma anche quando Buddha e Cristo punirono, in ogni loro atto manifestarono una dolcezza e un amore inequivocabili”. E’ lo spirito d’amore con il quale si compie il gesto, che definisce la bontà o meno del gesto stesso. Gandhi lo spiega anche con un altro esempio calzante, questa volta prendendo a campione lo schiaffo:

“In una famiglia, quando il padre dà uno schiaffo al figlio colpevole, questi non pensa di rendere la pariglia. Ubbidisce a suo padre non per l’effetto dissuasivo dello schiaffo, ma per l’amore offeso che vi intuisce. Questa secondo me è un’epitome del modo in cui la società è o dovrebbe essere governata. Quello che è vero della famiglia, deve essere vero della società, la quale non è che una famiglia più grande”.

Sento, in questi racconti e parabole di Gesù e Gandhi, una grande libertà interiore, tenerezza e compassione per l’umanità, al di là di norme e regole, di moralismi e dogmi. La nonviolenza del Vangelo scardina ogni fondamentalismo che assolutizza la Legge. Ciò che davvero conta è solo l’amore, la “carità” direbbe San Paolo (“la carità è paziente, è benigna la carità; la carità non invidia, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, ma si compiace della verità; tutto tollera, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta”).

E dunque con questo metro di giudizio una parola può essere violenta se detta senza carità, e un pugno può essere amorevole se mosso da carità (pensiamo alle famose “cinghiate” date da don Lorenzo Milani ai suoi amatissimi figlioli di Barbiana).

Sto rischiando la blasfemia nonviolenta?

Il punto è stabilire un limite. Ma chi può e dove si può stabilire il limite dell’astensione dalla violenza? La stessa domanda se l’è posta Gandhi, che si è dato questa lungimirante ed illuminante risposta:

“Il limite non può essere lo stesso per tutti. Infatti, benchè il principio sia essenzialmente il medesimo, tuttavia ciascuno o ciascuna lo applica a suo modo. Quello che è cibo di uno, può essere veleno per un altro. Mangiare carne per me è peccato. Ma per un’altra persona che è sempre vissuta di carne e non vi ha mai visto nulla di male, sarebbe peccato rinunciarvi semplicemente per imitarmi. Se voglio fare l’agricoltore e vivo nella giungla, dovrò usare un minimo inevitabile di violenza per proteggere i miei campi. Dovrò uccidere scimmie, uccelli e insetti che divorano il mio raccolto. Permettere in nome della nonviolenza che i raccolti vengano divorati dagli animali mentre nel Paese c’è la carestia, è peccato. Il bene e il male sono termini relativi. L’uomo non deve annegare nel pozzo delle shastra (regole), ma tuffarsi nel vasto oceano e trarne perle. A ogni passo usare il suo discernimento per stabilire che cosa sia ahisma (nonviolenza) o hisma (violenza)”.

Io leggo così questo pensiero gandhiano: se ne hai la forza rispondi alla violenza porgendo “l’altra guancia”, altrimenti trova un tuo modo di reagire che sai sostenere, purchè teso alla nonviolenza.

Sono grandi insegnamenti di laicità, che ci vengono proprio da chi ha vissuto fino in fondo una fede profonda nell’umanità. Gandhi ha sempre lottato contro i fondamentalismi. Ha combattuto il fondamentalismo islamico, è morto per mano di un fondamentalista indù, e ci ha messi anche in guardia dal fondamentalismo nonviolento (rischio sempre possibile).

Dunque libertà e laicità, che sono l’esatto contrario di oscurantismo e clericalismo, sono valori vissuti con profonda fede da chi sperimenta fino in fondo la condizione umana, aperta a tutti; e proprio per questo agisce senza nascondere i limiti della propria umanità.

Proseguendo il dialogo con i giornalisti Papa Francesco, o meglio Jorge Mario Bergoglio, ha confessato un’altra propria debolezza, in relazione alla possibilità di attentati alla sua persona: “Ho paura? Alcune volte mi sono chiesto: ma se accadesse a me questo? E ho detto al Signore: ti chiedo solo una grazia, che non mi faccia male perché non sono coraggioso di fronte al dolore, sono molto timoroso. So che sono nelle mani di Dio ma so anche che si prendono delle misure di sicurezza prudenti ma efficaci. Per il resto: speriamo!”. Ci possiamo riconoscere tutti in questa candida fragilità. Il coraggio non è non avere paura, ma avere paura e andare avanti lo stesso.

Ecco, il pugno di Bergoglio, dato con tenerezza, mi appare come un paradosso per affermare che la nonviolenza è davvero “forza e amore ”, accessibile a tutti, con i nostri limiti e contraddizioni.

Mi sia concesso di concludere questo scritto con la leggerezza che viene dal senso umoristico che mai dobbiamo perdere (siamo partiti da Charlie Hebdo). Come nei temi delle scuole medie chiudo con la citazione di una canzone di Adriano Celentano: “… e quando mezzanotte viene / se davvero mi vuoi bene / pensami mezz’ora almeno / e dal pugno chiuso / una carezza nascerà”.

https://www.youtube.com/watch?v=M5IbTyUoHRY&list=RDM5IbTyUoHRYpapa-pugno

Articoli recenti

  • 50 anni di Obiezione di coscienza
  • Manifestare per la pace: dove, quando, come. Perché oggi non andrò al sit-in contro Mosca
  • Quale manifestazione nazionale per la pace?
  • Cambiano i governi ma le spese militari aumentano sempre. Sabato in piazza per la pace
  • Il metodo nonviolento funziona. Lo dice la storia

#!/MaoValpiana

  • Il Presidente Senato @Ignazio_LaRussa propone #naja di 40 giorni e incentivi per i volontari. Aspetto benefit anche… twitter.com/i/web/status/1… 3 months ago
  • #berlusconi #putin Uno che regala Lambrusco mentre potrebbe permettersi Amarone, va radiato da ogni comunità umana.… twitter.com/i/web/status/1… 5 months ago
  • RT @UnPontePer: Sono ben 235 le esperienze di #resistenza civile con cui il popolo d'#Ucraina ha fronteggiato l'invasione russa. Le ha rac… 5 months ago
  • #Nonviolenza #AldoCapitini @movnonviolento @aznonviolenta Nell'anniversario della morte del Filosofo della Nonviol… twitter.com/i/web/status/1… 5 months ago
  • RT @DanieleTaurino: Un ottimo articolo del presidente d @movnonviolento @MaoValpiana 5 months ago
Follow @MaoValpiana

Archivi

  • dicembre 2022
  • ottobre 2022
  • luglio 2022
  • aprile 2022
  • marzo 2022
  • dicembre 2021
  • ottobre 2021
  • settembre 2021
  • Maggio 2021
  • marzo 2021
  • febbraio 2021
  • dicembre 2020
  • novembre 2020
  • ottobre 2020
  • luglio 2020
  • giugno 2020
  • Maggio 2020
  • novembre 2019
  • settembre 2019
  • luglio 2019
  • giugno 2019
  • aprile 2019
  • marzo 2019
  • novembre 2018
  • agosto 2018
  • luglio 2018
  • giugno 2018
  • aprile 2018
  • marzo 2018
  • febbraio 2018
  • dicembre 2017
  • novembre 2017
  • ottobre 2017
  • settembre 2017
  • giugno 2017
  • Maggio 2017
  • marzo 2017
  • gennaio 2017
  • dicembre 2016
  • aprile 2016
  • marzo 2016
  • febbraio 2016
  • dicembre 2015
  • novembre 2015
  • ottobre 2015
  • luglio 2015
  • giugno 2015
  • aprile 2015
  • gennaio 2015
  • dicembre 2014
  • novembre 2014
  • ottobre 2014
  • giugno 2014
  • aprile 2014
  • marzo 2014
  • febbraio 2014
  • dicembre 2013
  • ottobre 2013
  • settembre 2013
  • agosto 2013
  • giugno 2013
  • Maggio 2013
  • aprile 2013
  • marzo 2013
  • febbraio 2013
  • gennaio 2013
  • luglio 2012
  • Maggio 2012
  • aprile 2012
  • marzo 2012
  • febbraio 2012
  • gennaio 2012
  • novembre 2011
  • ottobre 2011
  • settembre 2011
  • agosto 2011
  • luglio 2011
  • giugno 2011
  • aprile 2011
  • marzo 2011
  • febbraio 2011
  • gennaio 2011
  • dicembre 2010
  • novembre 2010
  • ottobre 2010
  • settembre 2010
  • agosto 2010
  • luglio 2010
  • giugno 2010
  • Maggio 2010
  • aprile 2010
  • marzo 2010
  • febbraio 2010
  • gennaio 2010
  • dicembre 2009
  • novembre 2009
  • ottobre 2009
  • settembre 2009
  • agosto 2009
  • luglio 2009
  • giugno 2009
  • Maggio 2009
  • marzo 2009
  • febbraio 2009
  • gennaio 2009
  • dicembre 2008
  • settembre 2008
  • agosto 2008
  • luglio 2008
  • giugno 2008
  • Maggio 2008
  • marzo 2008
  • febbraio 2008
  • gennaio 2008
  • dicembre 2007

Categorie

  • Beatles
  • Berlusconi
  • Europa Verde
  • Israele Palestina
  • Nonviolenza
  • Ricorrenze
  • Salviamo piazza Corrubbio
  • Uncategorized

Blogroll

  • Mao Valpiana su Wikipedia
  • Movimento nonviolento

Blog su WordPress.com.

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche sul controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie
  • Segui Siti che segui
    • Mao Valpiana Blog
    • Segui assieme ad altri 49 follower
    • Hai già un account WordPress.com? Accedi ora.
    • Mao Valpiana Blog
    • Personalizza
    • Segui Siti che segui
    • Registrati
    • Accedi
    • Segnala questo contenuto
    • Visualizza il sito nel Reader
    • Gestisci gli abbonamenti
    • Riduci la barra
 

Caricamento commenti...