• Biografia
  • Contatti

Mao Valpiana Blog

Mao Valpiana Blog

Archivi Mensili: gennaio 2017

Un candidato, un programma, una politica per ritrovare la sinistra che non c’è (più)

17 martedì Gen 2017

Posted by maovalpiana in Uncategorized

≈ Lascia un commento

Verso le elezioni amministrative a Verona

La realtà

La politica ha le sue regole, non tenerne conto è un errore imperdonabile. Il sistema elettorale, con metodo proporzionale con sbarramento per l’attribuzione dei seggi alle liste, ma con premio di maggioranza per la coalizione vincente, ha un peso non indifferente nella preparazione della campagna elettorale. Partiti e movimenti sono incentivati, da un lato, a presentare il proprio simbolo, e dall’altro ad unirsi in coalizione per sostenere un sindaco possibilmente vincente. E qui sta il punto, a mio avviso, decisivo. E’ il candidato sindaco che fa la differenza, più che il programma o i simboli. L’elettorato ha ormai digerito il nuovo sistema e darà il suo consenso al candidato sindaco che gli piace più che al partito o alla lista civica che lo presenta. Certo, il sindaco da solo non basta, ci vuole poi anche una buona squadra capace non solo di governare ma anche di dialogare e raccogliere voti. Il candidato sindaco dev’essere popolare (conosciuto), aggregante, convincente, deve saper mediare, deve saper raccogliere consensi oltre i propri confini naturali.

Tuttavia è legittimo anche presentare un candidato sindaco identitario, di bandiera, capace di rafforzare la propria area politica, che abbia la possibilità, poi, di sostenerne un altro al ballottaggio o di ritagliarsi un ruolo oppositivo. Anche di questo è fatta la democrazia.

Recentemente, però, abbiamo anche visto candidati sindaci del tutto sconosciuti che hanno vinto, più che per la forza del loro simbolo, per la debolezza delle altre proposte. E’ accaduto a Roma e a Torino, dove hanno perso (voti e credibilità) le amministrazioni precedenti, lasciando praticamente campo libero alla nuova proposta (al di là del nome e del programma).

Lo scenario

A Verona la situazione è diversa. Il sindaco uscente (al momento non sappiamo ancora se avrà o meno possibilità di rientro) non ha più il vento in poppa come qualche anno fa, ma gode ancora, tutto sommato, di un certa popolarità locale, anche se non più maggioritaria. Il centro-destra (di cui mi occupo poco) appare diviso in due famiglie, ma non è detto che alla fine non sappia unirsi; in ogni caso il ballottaggio per loro è assicurato. Poi c’è il M5S (di cui non mi occupo), che cura solo il proprio orto e tiene fuori gioco il consenso raccolto senza usarlo per fare politica. Un’altra storia.

Nel centro-sinistra (siamo di manica larga, mettiamoci dentro tutto), la strada sembra ormai tracciata. Da un lato il PD andrà alle primarie il 19 febbraio (ad oggi con le candidature di Franchetto e di Fermo, ma certamente altri nomi si aggiungeranno), dall’altro una coalizione di Sinistra italiana, Rifondazione e qualche formazione civica sosterrà la candidatura di Bertucco.

Questo è lo scenario ad oggi, con poche probabilità, quindi, di un cambiamento negli equilibri politici veronesi. La vera partita la si giocherà nel centro-destra. Tuttavia in politica non bisogna “mai dire mai” e tutto è possibile fino all’ultimo. Gli elettori sono in gran parte disorientati, sfiduciati, scettici. C’è una prateria aperta, fatti di voti in libera uscita, da conquistare. Ma bisogna avere la proposta giusta.

La politica

Certamente io non ho la bacchetta magica, e penso che nessuno abbia in tasca la soluzione geniale per portare “la sinistra che non c’è” a governare la città. In politica non ci sono ricette che si possano improvvisare. Si ha in mano oggi quello che si è seminato ieri. E se fino a ieri si è seminato una presenza di necessaria opposizione ma senza costruire una prospettiva credibile di governo, non ci si può aspettare molto. Non basta fare elenchi programmatici, sognare la Verona che vorremmo, organizzare convegni e conferenze stampa. Il programma su cui lavorare c’è già, più o meno lo stesso da vent’anni, e deve tenere conto delle limitatissime risorse a disposizione: chiudere definitivamente le procedure per il Traforo; una politica della mobilità che riduca il traffico privato e potenzi quello pubblico (il Filobus dev’essere in sede propria); stop ad ogni nuovo insediamento, stop al consumo di territorio; una politica dei servizi sociali con attenzione ai meno abbienti e agli anziani; salvaguardia e valorizzazione del verde, sottraendo l’Arsenale alla privatizzazione; politica della cultura e del turismo; sicurezza del territorio e valorizzazione dei quartieri; politica ambientale per le aziende municipalizzate, ecc. Ce n’è già abbastanza.

Avere il programma e il personale politico sono due elementi decisivi ma non ancora sufficienti per influire sullo stato della cosa pubblica. Ci vogliono anche le condizioni politiche per poter agire, e soprattutto un consenso elettorale, culturale e sociale diffuso. Un’idea (programma), chi la sa rappresentare (candidato/a), una strategia per metterla in atto (politica): fuori da questa triade meglio sarebbe saltare un turno, altrimenti i sogni restano sogni, con il rischio, al risveglio, di vederli trasformati in incubi.

La nonviolenza

E arriviamo alla questione centrale: “la sinistra che non c’è”. Sinistra di governo, di opposizione, antagonista, di dialogo, storica, nuova, unita, altra, ecc. … se abbiamo sempre bisogno di un aggettivo per specificare di quale sinistra stiamo parlando, forse è perchè abbiamo perso il senso stesso della parola “sinistra”. Questo è il punto.

Io penso che la sinistra ci sia e abbia ancora un senso, ma deve affrontare con umiltà un processo di rigenerazione radicale. Doveva farlo anni fa, occasioni ne ha avute tante, e le ha perse tutte… è passata attraverso arcobaleni, fabbriche, laboratori, cantieri, ma non ha mai messo in discussione se stessa, i propri peccati originali. La cruna dell’ago attraverso la quale ora deve passare è stretta e si chiama nonviolenza (proprio quella nonviolenza cui si è riferito Papa Francesco nel suo documento del primo gennaio 2017: “Nonviolenza, stile di una politica per la pace”); è la stessa nonviolenza politica che incarnava la lungimiranza del pensiero/azione di Alexander Langer, ancora largamente incompresa in tanti mondi “di sinistra”. Infatti la nonviolenza in politica andrebbe applicata innanzitutto all’interno dei partiti o dei movimenti, a partire dai processi decisionali, dalla leadership, dalla capacità di dialogo. Applicare “la forza della verità” nella politica e nelle istituzioni è forse la sfida più grande. Nonviolenza come politica per la conversione ecologica e della convivenza. La Sinistra sta a questa politica come l’Antico al Nuovo Testamento. Oggi più che mai c’è bisogno di una scomposizione e ricomposizione degli schieramenti su questi assi portanti. “Solve et coagula”, la formula alchemica richiamata da Langer per evolvere e rigenerare se stessi. La crisi sociale, economica, culturale, politica che stiamo vivendo impone questa evoluzione.

L’alternativa è il rischio di vedere attuata la terribile profezia che Aldo Capitini faceva già nel 1945: «Nelle città, nei paesi e nelle campagne specialmente, vedo folle di giovani e di ragazzi inerti, che non hanno canzoni, non incontrano apostoli, non sanno come salutare, che grido lanciare, che non può e non deve essere piú quello di odio a un uomo e a un regime scomparsi. O dare tutto questo, un’alta passione, un’alta visione, o non ci meraviglieremo se dilagherà la tendenza a un individualismo scettico peggiore della morte».

Per vedere e praticare il futuro dobbiamo “superare le cornici”, uscire dalle contrapposizioni ostili, e fare politica evitando di mettersi in cattedra, di erigere dei muri alla comprensione, di costruire risposte che funzionano sempre, per tutto, indipendentemente dalle sollecitazioni della realtà. Dobbiamo trovare le soluzioni moltiplicando le possibilità di scelta e le opzioni di cambiamento. Bisogna praticare nuove strade, valorizzare esperienze di “utopie concrete” che già sono vive nella società, a volte poco visibili ma determinanti per costruire il cambiamento.

In conclusione

Non ho una vera e propria proposta politica da avanzare, ma un suggerimento di metodo lo posso dare. Anzichè criticare o contrastare le scelte altrui, chi ha qualche idea da mettere in campo, lo faccia solo se è disponibile a coinvolgersi in prima persona. Andiamo alla ricerca di candidati credibili, spendibili, che diano corpo alle differenze, alla pluralità dei bisogni e delle competenze. Superiamo i conflitti cercando un compromesso al rialzo. Forse in questo modo uscirà nelle prossime settimane il nome messianico, centripeto, con una propria forza gravitazionale, che saprà unire, convincere non solo gli addetti ai lavori, ma soprattutto gli elettori. A Verona le risorse non mancano, vecchie e nuove, nei partiti, nei movimenti, nelle associazioni del mondo laico e cattolico.

E per dare un senso a questo scritto, comincio da me stesso: se mai qualcuno mi chiedesse di ricoprire un qualsiasi ruolo in una buona squadra politica o in qualche dignitoso comitato elettorale, non farò mancare il mio contributo al lavoro collettivo.

Il futuro della nostra bella città ha bisogno dell’impegno di tutti, persino di un vecchio evergreen come me.

Mao Valpiana

IL QUARTO RE MAGIO, ARTABAN

06 venerdì Gen 2017

Posted by maovalpiana in Ricorrenze

≈ 1 Commento

ARTABAN. LA LEGGENDA DEL QUARTO RE.

Un saggio, di nome Artaban, con altri tre magi decide di intraprendere un lungo viaggio, al seguito della cometa, per andare a conoscere e a rendere omaggio al nuovo Salvatore, un Re che gli astri indicavano come Colui che instaurerà un nuovo Regno.
Artaban parte portando con sé tre pietre preziose da donare al Messia: uno zaffiro, un rubino e una perla.
Nel deserto, però, mentre si recava al luogo dove avrebbe intrapreso il viaggio con Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, incontra un uomo, vittima di una aggressione.
Egli sa che fermandosi non potrà arrivare in tempo all’appuntamento con i magi, ma la sua coscienza lo spinge ad avere pietà per quell’uomo, a prestargli assistenza e a fargli dono dello zaffiro.
I tre magi partono quindi senza di lui, ed egli continua da solo il suo cammino, avendo come unica compagna e guida la stella.
Quando finalmente arriva a Betlemme, dove era nato il Re Bambino, assiste alla “strage degli innocenti”. Per aiutare una madre disperata, baratta la vita di uno di quei bambini condannati dal Re Erode, con il rubino.
Anche in questa occasione perde la possibilità di incontrare il Messia, fuggito in Egitto con i genitori, Maria e Giuseppe.
Non sapendo dove trovarlo, chiede aiuto a una vecchia saggia che gli racconta che colui che cerca non è un re, né un ricco signore, ma un uomo umile che vive tra i poveri e gli ammalati, gli umili e i reietti della società, in Galilea.
Artaban riprende la ricerca e trascorre molti anni aiutando i bisognosi alla ricerca del Nazareno.
Quando ormai è già vecchio, giunge in una città, e assistendo alla vendita di una schiava, decide di spendere la sua ultima pietra preziosa per ridarle la libertà.
Proprio in quella città è stato condannato a morte un uomo, accusato di non aver rispettato ili vecchio Potere e di voler portare una nuova Legge, e Artaban assiste alla sua crocifissione.
La stella, che non lo aveva abbandonato, gli rivela che proprio quello è il Messia che lui cercava. Un uomo buono, innocente, torturato e condannato a morte.
Solo tre donne piangono sotto la sua croce.
Così Artaban si ritrova vecchio e senza nulla da offrire al “suo re” morto, e senza più nessuna pietra preziosa da offrire per asciugare le lacrime delle tre donne.
Pensa di aver fallito la sua vita, ma la più giovane delle donne che piangono, Maddalena, le dice: “Tu non hai fallito, tu sei stato il primo a conoscere il Signore, e per tutta la tua vita lo hai adorato e servito, quando hai portato aiuto a coloro che hai incontrato sul tuo cammino. Il Signore Gesù, che hai cercato per trentatré anni diceva ‘In verità vi dico: Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me’ ”.
Artaban pianse e sì unì ai pochi che accompagnarono il corpo del Signore nel sepolcro.
Era il quarto Re, ma divenne il primo dei cristiani.

Articoli recenti

  • 50 anni di Obiezione di coscienza
  • Manifestare per la pace: dove, quando, come. Perché oggi non andrò al sit-in contro Mosca
  • Quale manifestazione nazionale per la pace?
  • Cambiano i governi ma le spese militari aumentano sempre. Sabato in piazza per la pace
  • Il metodo nonviolento funziona. Lo dice la storia

#!/MaoValpiana

  • Il Presidente Senato @Ignazio_LaRussa propone #naja di 40 giorni e incentivi per i volontari. Aspetto benefit anche… twitter.com/i/web/status/1… 3 months ago
  • #berlusconi #putin Uno che regala Lambrusco mentre potrebbe permettersi Amarone, va radiato da ogni comunità umana.… twitter.com/i/web/status/1… 5 months ago
  • RT @UnPontePer: Sono ben 235 le esperienze di #resistenza civile con cui il popolo d'#Ucraina ha fronteggiato l'invasione russa. Le ha rac… 5 months ago
  • #Nonviolenza #AldoCapitini @movnonviolento @aznonviolenta Nell'anniversario della morte del Filosofo della Nonviol… twitter.com/i/web/status/1… 5 months ago
  • RT @DanieleTaurino: Un ottimo articolo del presidente d @movnonviolento @MaoValpiana 5 months ago
Follow @MaoValpiana

Archivi

  • dicembre 2022
  • ottobre 2022
  • luglio 2022
  • aprile 2022
  • marzo 2022
  • dicembre 2021
  • ottobre 2021
  • settembre 2021
  • Maggio 2021
  • marzo 2021
  • febbraio 2021
  • dicembre 2020
  • novembre 2020
  • ottobre 2020
  • luglio 2020
  • giugno 2020
  • Maggio 2020
  • novembre 2019
  • settembre 2019
  • luglio 2019
  • giugno 2019
  • aprile 2019
  • marzo 2019
  • novembre 2018
  • agosto 2018
  • luglio 2018
  • giugno 2018
  • aprile 2018
  • marzo 2018
  • febbraio 2018
  • dicembre 2017
  • novembre 2017
  • ottobre 2017
  • settembre 2017
  • giugno 2017
  • Maggio 2017
  • marzo 2017
  • gennaio 2017
  • dicembre 2016
  • aprile 2016
  • marzo 2016
  • febbraio 2016
  • dicembre 2015
  • novembre 2015
  • ottobre 2015
  • luglio 2015
  • giugno 2015
  • aprile 2015
  • gennaio 2015
  • dicembre 2014
  • novembre 2014
  • ottobre 2014
  • giugno 2014
  • aprile 2014
  • marzo 2014
  • febbraio 2014
  • dicembre 2013
  • ottobre 2013
  • settembre 2013
  • agosto 2013
  • giugno 2013
  • Maggio 2013
  • aprile 2013
  • marzo 2013
  • febbraio 2013
  • gennaio 2013
  • luglio 2012
  • Maggio 2012
  • aprile 2012
  • marzo 2012
  • febbraio 2012
  • gennaio 2012
  • novembre 2011
  • ottobre 2011
  • settembre 2011
  • agosto 2011
  • luglio 2011
  • giugno 2011
  • aprile 2011
  • marzo 2011
  • febbraio 2011
  • gennaio 2011
  • dicembre 2010
  • novembre 2010
  • ottobre 2010
  • settembre 2010
  • agosto 2010
  • luglio 2010
  • giugno 2010
  • Maggio 2010
  • aprile 2010
  • marzo 2010
  • febbraio 2010
  • gennaio 2010
  • dicembre 2009
  • novembre 2009
  • ottobre 2009
  • settembre 2009
  • agosto 2009
  • luglio 2009
  • giugno 2009
  • Maggio 2009
  • marzo 2009
  • febbraio 2009
  • gennaio 2009
  • dicembre 2008
  • settembre 2008
  • agosto 2008
  • luglio 2008
  • giugno 2008
  • Maggio 2008
  • marzo 2008
  • febbraio 2008
  • gennaio 2008
  • dicembre 2007

Categorie

  • Beatles
  • Berlusconi
  • Europa Verde
  • Israele Palestina
  • Nonviolenza
  • Ricorrenze
  • Salviamo piazza Corrubbio
  • Uncategorized

Blogroll

  • Mao Valpiana su Wikipedia
  • Movimento nonviolento

Crea un sito o un blog gratuito su WordPress.com.

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche sul controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie
  • Segui Siti che segui
    • Mao Valpiana Blog
    • Segui assieme ad altri 49 follower
    • Hai già un account WordPress.com? Accedi ora.
    • Mao Valpiana Blog
    • Personalizza
    • Segui Siti che segui
    • Registrati
    • Accedi
    • Segnala questo contenuto
    • Visualizza il sito nel Reader
    • Gestisci gli abbonamenti
    • Riduci la barra