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Archivi Mensili: giugno 2019

EUROPA VERDE, UN PROGETTO POLITICO

11 martedì Giu 2019

Posted by maovalpiana in Europa Verde, Nonviolenza

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Tag

Alexander Langer, ecologia, europa, nonviolenza

Porto aperto per chi vuole approdare all’ecologia

La cattiva notizia è che in Italia prevale un partito negazionista della crisi climatica.
La buona notizia è che in Europa è arrivata l’onda verde della politica ecologista.

LA PROPOSTA

Perchè in Italia il voto verde sia ancora molto minoritario rispetto alla mitteleuropa, è questione complessa. Ci sono motivi storici, sociologici, culturali. Ma si può dire che nel nostro paese prevale ancora il voto per un interesse personale, mentre oltralpe il voto è legato ad un interesse collettivo.

Comunque sia, la proposta di EUROPA VERDE ha raccolto un consenso dignitoso e incoraggiante. È dunque questo il progetto politico che ha i numeri per andare avanti. Per farlo dobbiamo affrontare insieme tre questioni:

– con quali mezzi? Sappiamo che i mezzi, il metodo di lavoro, gli strumenti che utilizziamo, sono tanto importanti quanto il fine. Dunque dobbiamo adottare il metodo della nonviolenza anche nei rapporti e nell’organizzazione interna (cosa che non abbiamo visto in campagna elettorale); le organizzazioni che hanno dato vita al progetto, intendono mettersi davvero al servizio di un progetto che sarà altro e andrà oltre? Il due per mille che ricevono, potrà essere restituito sotto forma di strumenti utili (informazione, iniziative locali, campagne)?

– con quale leadership? Oggi il nostro unico leader è il bel simbolo elettorale che ci ha uniti. Le leadership non sono quelle costruite a tavolino, o per diritto di presenza, o con una mozione. La vera leadership emerge naturalmente, ha una sua forza propria, non si inventa. O c’è o non c’è. Quando c’è è espressione del potere di tutti, ed è sempre una leadership collettiva. Il caso dello straordinario consenso espresso nel Nord Est per il candidato sudtirolese, è un esempio evidente. Dobbiamo tenerne conto.

– con quale fine? Pace con la natura e pace tra le persone e i popoli, può essere la sintesi del nostro programma. Non c’è ecologia senza pace, e non c’è pace senza ecologia. La giustizia ambientale e la giustizia sociale trovano una risposta comune nella politica di disarmo: reperire risorse dalla drastica riduzione delle spese militari, per finanziare le politiche ambientali, sociali e gli strumenti necessari alle soluzioni nonviolente dei conflitti. Ecologia e Nonviolenza sono le due gambe sulle quali deve camminare il nostro progetto politico.

Dobbiamo quindi avere una forte convinzione, anche per diventare convincenti, e avere una forza attrattiva. Ma per invitare altri a far parte del progetto, bisogna essere in grado di creare lo spazio politico perchè possano davvero sentirsi a casa. Penso a comitati, associazioni, gruppi di giovani, ma anche e soprattutto a tante singole persone, deluse e disamorate da una certa politica, che possono trovare in EUROPA VERDE quel luogo dove si può respirare aria pulita e trovare la voglia per agire insieme.

Per proseguire dopo le elezioni europee, propongo la formazione di un gruppo di coordinamento, che abbia la consapevolezza di essere una struttura di servizio, con il compito di tenere la mappatura di tutte le realtà locali e offrire indicazioni operative per la realizzazione, nel corso dell’estate, di varie iniziative pratiche territoriali ecologiste e nonviolente, che abbiano un carattere comune, unificante. Poi, creata e rafforzata la rete, convocare per fine settembre un momento di incontro pubblico di conoscenza, riconoscenza, e lancio dell’identità e del programma di EUROPA VERDE, con l’intento di dialogare con l’opinione pubblica italiana.

Più di trent’anni fa Alex Langer ci ammoniva: “Una cultura del parlare, decidere e rivendicare predomina ancora su una cultura del fare, dell’esempio, della nonviolenza, della disponibilità alla rinuncia per cambiare se stessi e gli altri”.

Facciamo davvero in modo che EUROPA VERDE sia finalmente il luogo della cultura del fare, dell’esempio, della nonviolenza, della disponibilità alla rinuncia per cambiare se stessi e gli altri.

L’ANALISI

Nel continente i Verdi risultano essere il quarto gruppo politico, con 75 deputati, cioè il 10% del Parlamento Europeo. Hanno prevalso le forze europeiste. Chi sperava nell’onda sovranista è rimasto deluso; in Europa è arrivata l’onda verde.

L’esito generale, in Italia, invece, ha rispecchiato le previsioni di una campagna elettorale molto nazionale, compressa nella politica interna, dove i temi europei non erano presenti, e ciò contribuirà ad isolare ancor più il nostro paese nell’Unione.

Nella penisola, anche a causa dello sbarramento al 4%, i Verdi non hanno avuto eletti, hanno raccolto oltre 600 mila voti, fermandosi al 2,3% dei consensi. In Italia hanno prevalso il timore, la paura, la chiusura, il voto maggioritario è andato al partito negazionista della crisi climatica. Questo è un fatto politicamente molto grave e preoccupante. I Verdi pagano anche il fatto di essere stati oscurati dalla comunicazione televisiva. Questo significa che c’è ancora molto lavoro da fare, soprattutto di informazione. Dobbiamo portare l’Italia in Europa e l’Europa in Italia.

Il tema cruciale della campagna elettorale, in Europa, era la politica climatica e ambientale, e i verdi hanno riscosso la fiducia degli elettori. Non a caso anche tra gli italiani all’estero i Verdi sono la quarta formazione politica scelta.

Noi ce l’abbiamo messa tutta per contrastare questa deriva; lo sbarramento nazionale del 4% non è stato sfondato, ma la lista EUROPA VERDE ha superato bene la prima prova elettorale, raggiungendo in alcune zone del nord est cifre che si avvicinano al 10%. È una buona base per proseguire nella costruzione di un partito finalmente europeo e maturo.

Il progetto va avanti, con ancora più convinzione ed energia. Il partito verde è assolutamente necessario anche in Italia.

IL DALTONISMO

Il daltonismo (tecnicamente discromatopsia) è un difetto del cromosoma x, dunque una malattia genetica che non permette di distinguere correttamente i colori. Si tratta di una cecità cromatica parziale, selettiva.

Il daltonismo politico, quello più diffuso, riguarda soprattutto il verde e il rosso. La protanopia, cecità per il primo colore fondamentale, impedisce di vedere il rosso; la deuteranopia impedisce di distinguere il secondo colore fondamentale, il verde.

Sostenere che la Sinistra e i Verdi sono la stessa cosa, è come non saper distinguere il rosso dell’alt e il verde del via libera al semaforo: un errore clamoroso. I Verdi sono riuniti nella famiglia Grunen/Ale (Alleanza Libera Europea), mentre la Sinistra confluisce nel Gruppo Gue/Ngl (Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica); sono due formazioni distinte, con programmi, storie e prospettive politiche differenti, anche se vi possono essere molte convergenze programmatiche.

In Italia, però, c’è anche un altro tipo di daltonismo: quello che confonde il nero con verde. Definire il governo a trazione leghista come giallo-verde è un errore cromatico grave. Il verde è il colore dei Verdi, gli ecologisti, mentre la Lega è nera come tutti i sovranismi e populismi; dunque in Italia abbiamo un governo giallo-nero.

Non esiste una cura per correggere la discromatopsia, ma per guarire dal daltonismo politico bastano un minimo di capacità di osservazione e lettura dei risultati elettorali in Italia e in Europa.

Mao Valpiana

candidato europeo
circoscrizione Italia nord orientale

Verona, 11 giugno 2019

(Dagli appunti per l’intervento fatto all’Assemblea post elettorale di Europa Verde. Roma, 9 giugno 2019, Centro Congressi Cavour)

mao

2 GIUGNO, festa della Repubblica, non dell’Esercito

01 sabato Giu 2019

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2 giugno 2019
festeggiamo la Repubblica che ripudia la guerra

È la festa più civile che si possa immaginare.
La Repubblica è figlia della resistenza antifascista e di un referendum popolare; davvero non si capisce perchè il suo compleanno venga festeggiato con una parata militare, con il volo delle frecce tricolori, con sfoggio di divise e armi. È un controsenso, un falso storico, in contrapposizione ai fondamenti costituzionali, tra cui il ripudio della guerra e la difesa della patria affidata, appunto, “al cittadino” (e non all’esercito). La Repubblica democratica è l’espressione massima di tutto ciò che è civile, cioè lo “status del cittadino in contrapposizione a militare”.

Il 2 giugno sarebbe giusto e bello far sfilare, al posto dei soldati in alta uniforme o tuta mimetica, i giovani disoccupati e i pensionati come rappresentanti del popolo italiano in sofferenza, e vedere i rappresentanti delle istituzioni mettersi sull’attenti davanti a loro.

I militari facciano la parata in un’altra data; hanno già la loro festa, il 4 novembre, che ricorda “l’inutile strage” della prima guerra mondiale. Ed anche la deposizione della corona al milite ignoto andrebbe fatta in altro momento. La corona d’alloro il 2 giugno andrebbe deposta davanti alle tombe dei morti sul lavoro.

Il primo articolo della Costituzione indica come la nostra Repubblica sia fondata sulla forza del lavoro. Gli articoli successivi, dal 2 al 10, i principi fondamentali, contengono il richiamo ai diritti inviolabili dell’uomo, l’uguaglianza e la pari dignità sociale di tutti, il diritto al lavoro, le autonomie locali ed il decentramento amministrativo, la tutela delle minoranze linguistiche, l’indipendenza dello Stato e della Chiesa, la libertà per tutte le confessioni religiose, lo sviluppo della cultura, la ricerca scientifica, la tutela del paesaggio, del patrimonio artistico e monumentale, il riconoscimento del diritto internazionale e il diritto d’asilo per lo straniero; infine vi è l’articolo 11, il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.
Tutto questo significa che i cittadini e i lavoratori devono costruire le condizioni economiche e sociali per la dignità della vita di tutti coloro che vivono nel nostro paese, e che la guerra è l’unico vero disvalore da espellere per sempre dal contesto civile.
Per questo riteniamo che i 25 miliardi di euro che saranno impiegati anche quest’anno per le spese militari vadano contro la Costituzione e sperperino denaro sottratto alle tante necessità attuali (lavoro, sanità, istruzione, cultura, ricerca, protezione civile, pensioni, ecc.).
Noi vogliamo festeggiare il 2 giugno con lo spirito civile di una festa di popolo, insieme alla forze vive della Repubblica: i lavoratori, le categorie delle arti e dei mestieri, gli studenti, gli educatori, gli immigrati, i bambini, i giovani del servizio civile, i disoccupati che lavoro non trovano, tutti coloro, cioè, che in diversi modi attuano i primi 12 articoli della Costituzione.
Per tutto questo noi celebreremo in modo civile e disarmato il 2 giugno. Saremo in alcune piazze italiane dove innalzeremo le bandiere della pace e i cartelli con l’articolo 11 della Costituzione.

Bandiera Italia NV

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