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Su Israele e Freedom Flottilla

01 martedì Giu 2010

Posted by maovalpiana in Israele Palestina

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Israele, Palestina

Israele e la Freedom Flottilla
Violenza genera violenza

L’aggressione della marina militare israeliana contro la “Freedom Flottilla”, battente bandiera turca in rotta verso la striscia di Gaza, con la conseguente strage, è un gravissimo atto di pirateria che deve essere giudicato e condannato da un Tribunale internazionale.

Il governo israeliano, che ha rivendicato e giustificato l’attacco, sta conducendo una politica che distrugge ogni possibilità di proseguimento del processo di pace e che pone Israele nell’isolamento internazionale. La conseguenza di questa follia è il rafforzamento delle voci più estremiste e integraliste in Iran, in Arabia Saudita, in Turchia, che mirano alla distruzione di Israele.

La violenza del governo di Israele alimenta la violenza dei sostenitori di Hamas, creando una spirale di odio che degenera ogni giorno di più.

Chi ha davvero a cuore il destino della Palestina, oggi deve lavorare per liberarla dall’abbraccio mortale di regimi totalitari e gruppi politici antisemiti che vorrebbero islamizzare l’intera area.
Chi ha davvero a cuore il destino di Israele, oggi deve lavorare per liberarla da un governo sempre più estremista e violento, che vuole imporre la propria potenza negando ogni diritto altrui.

Il faticoso sentiero del processo di pace è tutto in salita e ha un solo sbocco possibile: la convivenza di palestinesi e israeliani in un’unica terra.
Israele ha tutto il diritto di esistere, e deve farlo nel pieno rispetto del diritto internazionale e della libertà altrui. La Palestina ha tutto il diritto di esistere, e deve farlo in modo democratico e garantendo la sicurezza altrui.

Il punto nodale dell’intera vicenda è sempre lo stesso: sconfiggere la tentazione alla “pulizia etnica” dall’una e dall’altra parte, e favorire la convivenza pluri-etnica, pluri-religiosa, pluri-culturale.

In quel fazzoletto di terra, per arabi ed ebrei, la pace si chiama “convivenza”; per questo il nostro compito è quello di sostenere, aiutare, favorire le azioni e le voci di chi a Tel Aviv e Gaza, a Gerusalemme e Ramallah, lavora per la nonviolenza e con la nonviolenza.

Per Israele/Palestina c’è un unico destino.

Mao Valpiana
Segretario del Movimento Nonviolento

Verona, 1 giugno 2010

L’orrore della Shoah non ha insegnato nulla

24 domenica Gen 2010

Posted by maovalpiana in Israele Palestina

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GINO SPIAZZI, EX DEPORTATO

L’orrore della Shoah, capitolo di storia che
non ha insegnato nulla

pubblicato su L’Arena del 24 gennaio 2010

L’arresto nel settembre del 1944, l’interrogatorio, i lavori forzati al Forte San Leonardo, la partenza per il campo di smistamento di Bolzano, i dieci giorni di viaggio stipato in un vagone con altri settanta deportati.
E infine l’arrivo al campo di sterminio di Flossenburg, in Germania, nel nord-ovest della Baviera. Fino all’epilogo con l’evacuazione: «Scappa che il campo brucia» gli urlò qualcuno. «Mi misi a correre, mi nascosi in acqua dove rimasi per ore. Mi salvai, sono qui a raccontarlo 65 anni dopo, ma il dolore di quei mesi al campo non si dimentica».
Gino Spiazzi, presidente della sezione veronese dell’Associazione ex deportati nei campi di sterminio nazisti, parla del mondo fuori dal mondo.
Non potete capire perché non vi hanno insegnato nulla. Nel nostro strano paese, falso e bigotto, quel capitolo di storia è stato liquidato troppo in fretta. Il mio numero è 43805. L’unica cosa certa del campo di sterminio è il giorno in cui sei entrato. Il resto è un susseguirsi di fatti che vanno ben oltre la comprensione umana e ricordarli è doloroso. Ho visto morire centinaia di persone, trucidate, gasate, cremate.
Cosa le hanno fatto appena arrivato al campo?
Scendi dal vagone del treno e la prima cosa che subisci è la svestizione. Scientifica, metodica, rigorosa. Le scarpe da una parte, i pantaloni dall’altra, la maglia in un’altra ancora e se sbagli te la fanno pagare perché rallenti la macchina, inceppi il sistema. Il tutto senza parole perché l’SS non parla ma abbaia, feroce come i cani lupo che si porta al guinzaglio.
Quali erano le punizioni?
Sento ancora il suono delle venticinque nerbate sui reni che ti fanno sputare sangue allo sfinimento. O nel falso dei piedi, un massacro che ti impedisce di reggerti sulle gambe; e camminare significava vivere. L’SS non si sporca le mani, a picchiare sono i kapò, criminali di basso rango. In campo si parla un’altra lingua fatta di parole russe, tedesche, francesi.
Come erano le giornate?
Il tempo non ha più senso. Passavi ore fuori dalla baracca alla pioggia, al gelo, meno venti gradi sotto zero. Ore perse alla conta, nella piazza dell’appello. E dove ci sono tremila, cinquemila persone i conti non tornano mai. Apposta. E allora rimani in piedi vestito di nulla, senza scarpe, per un tempo che non sai contare, con il vicino che ti dice “sorreggimi perché sto morendo”.
A cosa ci si aggrappava per sopravvivere?
Chi aveva la fortuna di credere pregava, gli altri… Impari che la morte ce l’hai di fronte, sai che devi stare in piedi perché se no arriva il colpo alla nuca e non ci sei più. Stop. Stare in piedi. Questa è la tua regola.
Di cosa vivevate?
Di lavoro, tredici, quattordici ore al giorno. E niente cibo. Una ciotola con dentro una sbobba insipida, acqua e rape. Una fetta di pane nero, segale mischiata con segatura di pioppo e un cubetto di margarina, che chissà con che cos’era fatta.
Qual è la cosa più difficile da ricordare?
La marcia della morte. Di fronte all’avanzata sovietica da una parte e americana dall’altra, i tedeschi hanno evacuato il campo. In tre giorni ne hanno liquidati 4mila. Storicamente detto, non sono chiacchiere. Dovevi camminare per ore, la destinazione era un altro campo di concentramento, ma dopo mesi di prigionia non ci si reggeva in piedi, i più erano impossibilitati a muoversi. Chi cadeva non si rialzava e tu dovevi proseguire senza guardare. Quanti ne ho visti morire.
Si avvicina il giorno della memoria, che cosa deve ancora essere detto?
Ce ne sarebbero di domande che aspettano ancora una risposta. Io faccio quello che posso, ma ora spetta ad altri prendere in mano il testimone e alle promesse devono seguire i fatti.

Piena solidarietà con il popolo palestinese ed israeliano

15 giovedì Gen 2009

Posted by maovalpiana in Israele Palestina

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Israele, nonviolenza, Palestina

FERMARE L’ORRORE. E TRE NODI, E UNA CODA

I. La comunita’ internazionale intervenga per fermare le uccisioni
Cessino le stragi a Gaza. E cessino gli attacchi missilistici nel territorio
di Israele.
La comunita’ internazionale metta immediatamente in campo un impegno non
solo diplomatico per la cessazione delle stragi, degli attentati e delle
minacce, ma economico – di consistenti risorse, immediato e di lungo
periodo – per garantire soccorsi e ricostruzione, assistenza e benessere, a
tutte le vittime superstiti; per assistere il popolo palestinese e la
costruzione del suo stato che va proclamato e riconosciuto con la massima
urgenza; per garantire alla popolazione di Israele la sicurezza nel e del
suo stato.
Cessino le stragi a Gaza. E cessino gli attacchi missilistici nel territorio
di Israele.
*
II. Alcuni compiti della societa’ civile e della solidarieta’ internazionale
Vi sono tre urgenze intrecciate.
1. L’urgenza della solidarieta’ col popolo palestinese.
L’urgenza non solo che cessi il regime di occupazione, non solo che cessi
ogni forma di aggressione e persecuzione da parte dello stato di Israele, ma
che nasca subito lo stato di Palestina, sovrano e democratico, dotato di
continuita’ territoriale ed entro i confini precedenti alla guerra dei Sei
giorni coi necessari eventuali aggiustamenti concordati tra le parti.
Ma fa parte integrante della solidarieta’ col popolo palestinese anche
l’opposizione ad Hamas ed a chi la finanzia e la arma. Il popolo palestinese
non e’ Hamas: Hamas e’ (non solo, ma anche) un’organizzazione
politico-militare fascista. A Gaza il popolo palestinese e’ anche vittima e
ostaggio di Hamas. Che certo ha anche un consenso, che certo ha anche vinto
le elezioni: ma anche Hitler vinse le elezioni.
Occorre piena solidarieta’ col popolo palestinese.
*
2. L’urgenza della solidarieta’ con la popolazione di Israele.
L’urgenza non solo che cessino gli attentati, missilistici o in altre forme,
ma che cessi la minaccia – e la propaganda della minaccia – alla sua stessa
esistenza, minaccia sostenuta non solo da piccoli gruppi armati di persone
disperate, ma da organizzazioni dotate di ingenti risorse e finanche da
regimi che governano stati.
E fa parte di questa urgenza anche l’opposizione al governo di Israele, alle
sue insensate e sciagurate politiche razziste e assassine, politiche
criminali che non soltanto stanno massacrando il popolo palestinese ma
mettono in crescente pericolo la popolazione di Israele la cui sicurezza
richiede il progresso nell’area della Palestina storica e del Medio Oriente
della pace e della democrazia, del dialogo e della convivenza, del
riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani.
Occorre piena solidarieta’ con la popolazione israeliana.
*
3. L’urgenza di contrastare il risorgente nazismo in Europa.
L’Europa e’ il luogo di duemila anni di persecuzione antiebraica. L’Europa
e’ il luogo della Shoah.
Gran parte degli stati europei sono stati colonialisti ed imperialisti ed
hanno sanguinosamente oppresso le popolazioni del Medio Oriente.
Scellerate politiche razziste sono tuttora presenti in Europa.
Se dai paesi europei come istituzioni e come societa’ civile si vuole dare
un contributo alla cessazione delle stragi e alla costruzione della pace e
della convivenza in dignita’ e sicurezza in Medio Oriente occorre in primo
luogo riconoscere ed assumersi le proprie responsabilita’.
Come non e’ ammissibile avallare i crimini di guerra e contro l’umanita’ del
governo di Israele, ugualmente non e’ ammissibile avallare gli attentati
terroristici e la propaganda genocidaria dei gruppi armati del
fondamentalismo sedicente islamico. Occorre opporsi alla politica criminale
del governo di Israele anche in nome della solidarieta’ col popolo di
Israele. Ed occorre opporsi alla politica criminale del fondamentalismo
sedicente islamico anche in nome della solidarieta’ col popolo palestinese.
E con particolar riferimento ad alcune iniziative di questi giorni in Europa
e in Italia:
– non e’ ammissibile manifestare contro Israele, occorre invece manifestare
a favore del popolo di Israele e quindi contro il governo di Israele;
– non e’ ammissibile manifestare a favore di Hamas, occorre invece
manifestare a favore del popolo palestinese e quindi contro Hamas e chi la
finanzia e la arma;
– non e’ ammissibile proporre il boicottaggio dell’economia, della societa’
e della cultura tanto israeliana quanto palestinese, occorre invece
aumentare la cooperazione, il dialogo, la fiducia, la solidarieta’ con la
popolazione e la societa’ israeliana cosi’ come con la popolazione e la
societa’ palestinese;
– non e’ ammissibile tacere sul razzismo oggi al governo in Italia; e non e’
ammissibile tacere sulla guerra terrorista e stragista cui l’Italia sta
partecipando in Afghanistan.
Occorre contrastare il risorgente nazismo in Europa.
*
III. De te fabula narratur
E venendo ai compiti delle persone amiche della nonviolenza che in questi
giorni in Italia si stanno gia’ impegnando o vogliono impegnarsi contro la
guerra e contro il razzismo, perche’ cessino le stragi, si soccorrano i
superstiti e si arrivi alla pace in Palestina in giustizia, sicurezza e
dignita’ per tutti i popoli e per tutte le persone: manifestare e’ giusto e
necessario. Ma occorre manifestare per la pace con mezzi di pace: la
nonviolenza e’ una scelta rigorosa e impegnativa di lotta contro la
violenza, contro tutte le uccisioni, per salvare tutte le persone.
– Trovo scandaloso che ci siano persone ed organizzazioni che si dicono
amiche della nonviolenza e che non contrastano le flagranti, abominevoli
pulsioni razziste e neonaziste che si vanno manifestando e dispiegando anche
in Italia in questi giorni di dolore.
– Trovo scandaloso che ci siano persone ed organizzazioni che si dicono
amiche della nonviolenza e che non dicono una sola parola per il diritto
alla vita degli israeliani oltre che dei palestinesi, per il diritto alla
vita dei palestinesi oltre che degli israeliani, ed anzi ammiccano – o
peggio: aderiscono – alle piu’ oscene ed orribili e infami retoriche del
pregiudizio e della persecuzione antiebraica, o islamofobica, o globalmente
razzista.
– Trovo scandaloso che ci siano persone ed organizzazioni che si dicono
amiche della nonviolenza e che si prestano a sostenere l’azione scellerata
del governo di Israele.
– Trovo scandaloso che ci siano persone ed organizzazioni che si dicono
amiche della nonviolenza e che si prestano a sostenere l’azione scellerata
di Hamas e del fondamentalismo armato che si ammanta di pretese religiose ma
riproduce un’ideologia e una prassi nazista.
Son cose tristi, ma vanno pur dette.
A tutte le guerre e a tutte le uccisioni occorre opporsi.
La nonviolenza e’ lotta contro la violenza, e’ impegno per la giustizia che
salva le vite e riconosce ed invera la dignita’ e i diritti di tutti gli
esseri umani, e si prende anche cura dell’unico mondo vivibile che abbiamo;
la nonviolenza o e’ questa lotta, questo impegno, o non e’ nulla. Nulla.
Vi e’ una sola umanita’, in un unico mondo che e’ di tutte e tutti e cui
tutte e tutti apparteniamo.
La nonviolenza e’ la forza della verita’.
La nonviolenza e’ opposizione a tutte le ingiustizie, a tutte le
aggressioni, a tutte le sopraffazioni.
La nonviolenza e’ la lotta piu’ nitida e piu’ intransigente contro tutte le
violenze.
La nonviolenza e’ solidarieta’ con tutte le vittime e lotta di liberazione
con e per tutte le vittime. La nonviolenza e’ la scelta dell’umanita’.
La nonviolenza e’ l’unica proposta politica adeguata a fronteggiare la
tragica situazione presente.
La nonviolenza e’ un arduo necessario cammino.
Solo la nonviolenza puo’ salvare l’umanita’.

Una possibilità alla pace

14 mercoledì Gen 2009

Posted by maovalpiana in Israele Palestina

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Israele, John Lennon, Palestina

Israele/Palestina: una terra, due popoli. Mai l’uno senza l’altro.

Chiediamo solo di dare
una possibilità alla pace

All we are saying is give peace a chance

نطالب فقط بإعطاء السلام الفرصة

אנחנו סך הכל אומרים, תנו סיכוי לשלום

(Da una citazione di John Lennon, in inglese, in arabo, in ebraico)

Nonviolenza in Israele/Palestina

13 martedì Gen 2009

Posted by maovalpiana in Israele Palestina

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Israele, Movimento Nonviolento, Palestina

Il Movimento Nonviolento aderisce e partecipa
alla manifestazione del 17 gennaio ad Assisi
“per la pace in Medio Oriente”

Infatti è assolutamente necessario agire per la pace, contro ogni guerra e contro ogni uccisione.
Ma occorre che le manifestazioni di pace siano limpide nei contenuti e nelle condotte.

Conseguentemente occorre non solo battersi contro i raid terroristici di Israele a Gaza, ma anche contro gli attacchi missilistici di Hamas verso il sud di Israele.

Purtroppo il manifestare contro i criminali e stragisti raid israeliani e solo contro i criminali e stragisti raid israeliani rivela una posizione che non è contro la guerra, contro il terrorismo, contro le uccisioni, ma che è prevalentemente solo contro Israele, ed è prevalentemente solo contro Israele perchè al fondo di alcune mobilitazioni agiscono ancora antiche pulsioni per le quali vi è un nome preciso.

La politica del governo di Israele è criminale, stragista, violatrice dei più fondamentali diritti umani. Ma la popolazione israeliana ha diritto alla solidarietà del mondo intero. Tutti coloro che vogliono colpire l’intera popolazione israeliana come rappresaglia per i crimini del suo governo riproducono la medesima mentalità e la medesima condotta che presiede ai raid su Gaza, che presiede ai lanci di missili sul sud di Israele, che presiede alla logiche del genocidio.
Il popolo palestinese ha diritto alla solidarietà del mondo intero. Hamas no. Hamas è un’organizzazione violenta. Il fatto che abbia vinto le elezioni – grazie anche alla corruzione dei gruppi dirigenti – non cambia questo fatto: anche il nazismo vinse le elezioni.
Non ci fosse stata la Shoah, la vicenda palestinese sarebbe stata del tutto diversa: ma la Shoah c’è stata. E non vi fossero stati duemila anni di persecuzione antiebraica la vicenda palestinese sarebbe stata del tutto diversa: ma quei duemila anni di persecuzione vi sono stati, e tuttora continuano.

A noi sembra che non sia possibile una solidarietà effettiva col popolo palestinese che non sia anche solidarietà effettiva con la popolazione israeliana.
A noi sembra che non sia possibile una denuncia effettiva dei crimini dei governi di Israele che non sia anche una denuncia effettiva dei crimini dei gruppi e dei regimi fondamentalisti e terroristi che continuano ad agitare e praticare la parola d’ordine della distruzione dello stato di Israele e dello sterminio della componente ebraica della sua popolazione.

Ma soprattutto a noi sembra necessario che cessino immediatamente le attività militari – israeliane e palestinesi -, che cessino le uccisioni, e che si cominci subito a soccorrere tutte le vittime e a ricostruire condizioni di vita sicure e degne per tutti gli esseri umani.

E’ con questo spirito che sabato 17 gennaio 2009, gli amici del Movimento Nonviolento saranno ad Assisi, e saranno lieti di veder sventolare le bandiere della pace e della nonviolenza a fianco di quelle della Palestina e d’Israele.

Movimento Nonviolento

Verona, 13 gennaio 2009

Israele-Palestina, una terra, due popoli.

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